Undici anni di protocollo di Kyoto

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Oggi si celebra l’undicesimo anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, il trattato internazionale redatto nel 1997 nella città giapponese ed entrato in vigore il 16 febbraio 2005 per ridurre l’emissione di gas serra. Per l’occasione Legambiente fa il punto sull’efficienza energetica degli edifici in Italia e le norme che regolano il diritto dei cittadini di conoscere l’entità degli sprechi e le modalità per risparmiare in bolletta aumentando il comfort delle proprie abitazioni. Il consumo di fonti fossili per il riscaldamento degli edifici è infatti responsabile di una quota rilevantissima dell’inquinamento delle città italiane e della produzione di gas serra, ed è quindi un settore chiave sul quale intervenire per diminuire le concentrazioni di smog nell’aria, come più volte segnalato e richiesto anche dall’Unione Europea.

«Nell’anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto‎ – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – abbiamo voluto sollecitare l’attenzione sul tema dell’efficienza energetica in edilizia, con l’obiettivo di sensibilizzare e rendere consapevoli i cittadini dei loro diritti. Perché nonostante le norme in vigore obblighino a rendere trasparenti le informazioni sui consumi per il riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni, in gran parte del Paese queste informazioni sono negate o addirittura false, per cui continuiamo a vivere in case colabrodo, e senza poter sperare in alcuna opera di riqualificazione in tempi brevi visti i ritardi dei programmi di incentivo».

La spesa energetica è una voce rilevante del bilancio delle famiglie italiane. Annualmente per riscaldare o rinfrescare le abitazioni gli italiani spendono tra i 1.500 e i 2.000 euro all’anno. Eppure, questa spesa può essere ridotta fino al 50% con interventi di efficienza energetica negli edifici e con impianti che possono rendere più confortevoli sia d’inverno che d’estate le case in cui viviamo. Sia il Governo che le Regioni, la maggior parte almeno, sono responsabili di questa situazione. L’Italia ha accumulato enormi ritardi nel recepire le Direttive europee che obbligavano a scegliere questa prospettiva di cambiamento e ancora oggi diversi obblighi non sono stati attuati, mentre altri strumenti che dovevano spingere la riqualificazione sono fermi: il Decreto Legge sull’efficienza energetica che prevedeva l’istituzione del Fondo per l’Efficienza Energetica è stato approvato da 592 giorni ma il fondo non è ancora accessibile e le risorse stanziate per il 2014 e il 2015 sono andate sprecate.

Stessa sorte per il programma di miglioramento delle prestazioni degli edifici pubblici e privati e per il piano di informazione e formazione sull’efficienza energetica, la cui predisposizione è stata assegnata all’Enea. Mentre, solo in questi giorni si è finalmente sbloccata la situazione del Conto Termico, ossia gli incentivi per gli interventi di efficienza energetica che riguardano anche il patrimonio edilizio. In nove Regioni non ci sono controlli sulle certificazioni energetiche né sanzioni.

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