Un’ambizione indispensabile

La febbre del pianeta continua a salire. E i suoi impatti sono sempre più evidenti e preoccupanti. Ondate di calore, siccità, incendi boschivi e alluvioni, già con l’innalzamento della temperatura di circa 1°C, si moltiplicano. Anche da noi in Europa e in Italia

È ormai chiaro che non possiamo permetterci di superare la soglia critica di 1.5°C. Limite che comunque non ci potrà evitare di convivere con eventi metereologici estremi dalle conseguenze devastanti. Le anticipazioni del rapporto speciale dell’Ipcc sul “Riscaldamento Globale di 1.5°C” confermano queste preoccupazioni. Ma soprattutto ci rassicurano sul fatto che siamo ancora in tempo per contenere il surriscaldamento del pianeta entro questa soglia critica. Servono impegni di riduzione delle emissioni molto più ambiziosi di quelli sottoscritti a Parigi. Impegni che ci porterebbero pericolosamente verso i 3 gradi di incremento della temperatura. Invertire la rotta è possibile sia dal punto di vista tecnologico che economico. Come sottolinea Antonio Navarra, decarbonizzare non serve solo a contrastare i cambiamenti climatici, ma produce anche benefici sociali ed economici. 

Serve però un maggiore impegno politico dei governi. Soprattutto dei Paesi più ricchi. A partire dall’Europa, che deve mettere subito in campo un’azione climatica ambiziosa e adeguata alle sue possibilità e responsabilità di leadership globale. Un impegno che può sembrare gravoso dal punto di vista economico. Ma che in realtà offre grandi opportunità di sviluppo economico e occupazionale. Senza dimenticare la drastica riduzione dei costi dovuti agli impatti climatici. Secondo Eurostat, nel 2015 le perdite economiche sono state di ben 11,6 miliardi di euro. Mentre un recente studio dell’Agenzia europea dell’ambiente stima costi sino a 120 miliardi l’anno con un aumento della temperatura globale di 2°C e addirittura 200 miliardi se si raggiungessero 3°C.

È uno spreco di risorse evitabile se, in linea con l’obiettivo di 1.5°C, si mette in campo una “strategia climatica di lungo termine” per accelerare la transizione verso un’Europa rinnovabile e libera da fonti fossili, in grado di poter raggiungere zero emissioni nette entro il 2040. La Commissione si è impegnata a presentare la strategia entro la fine del prossimo novembre, in vista della Conferenza sul clima di Katowice. Il cui processo di avvicinamento sembra procedere in salita. Una strategia così ambiziosa, ma nello stesso tempo praticabile, sarebbe un importante contributo per il successo della conferenza chiamata ad adottare le linee guida per l’applicazione dell’Accordo di Parigi.

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