Con l’ordinanza del 27 febbraio 2020 il sindaco Melucci intimava ad ArcelorMittal Italia e Ilva in As di individuare entro 30 giorni le fonti inquinanti del siderurgico, rimuovendole, e, in difetto di adempimento, di spegnere gli impianti entro ulteriori 30 giorni. ArcelorMittal aveva chiesto allora un “decreto cautelare monocratico” d’urgenza ritenendo che il termine di 60 giorni per la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto stesse già decorrendo.
Secondo il presidente di sezione però, “non risulta e non è stata comprovata la circostanza che, in assenza di immediate misure cautelari, per l’appellante si produrrebbe uno specifico pregiudizio irreparabile, prima della data dell’11 marzo 2021”, quando si riunirà l’organo collegiale. La definizione del secondo grado del giudizio è prevista per l’udienza pubblica del 13 maggio 2021. Il Consiglio di Stato precisa che i termini “hanno ripreso a decorrere dopo il deposito della sentenza appellata dal 14 febbraio 2021 nuovamente e per l’intero, poiché gli originari effetti degli atti impugnati erano stati sospesi con le ordinanze cautelari del Tar”.