‘Starlights’ contro l’inquinamento luminoso

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Sotto l’egida dell’Unesco la Giornata Internazionale della Luce, in programma domani 16 maggio, offre un’interessante occasione per fermarsi a riflettere e provare ad alzare lo sguardo al cielo. Tra le varie iniziative che l’Unesco promuove con l’obiettivo di abbassare i livelli dell’inquinamento derivante dalla luce artificiale a Roma spunta ‘Starlights – l’Universo in un filo di luce’. L’appuntamento è dalle 17.30 nella chiesa di San Francesco Saverio del Caravita con ingresso gratuito.

“La necessità di promuovere l’International Day of Light” spiega l’astrofisico Gianluca Masi, ideatore dell’evento insieme a Paolo Masini e Alessandra Albanesi, “nasce da un’esigenza legata alla nostra sopravvivenza. È per questo che l’Unesco ha rivolto un invito a celebrare la luce a tutto tondo: nelle arti, nella ricerca scientifica, nella cultura. Con l’obiettivo di imparare a fare un uso intelligente dell’artificiale”.

Sotto accusa c’è, chiaramente, l’abuso che l’uomo fa della risorse luminose artificiali “che dovremmo imparare a ridurre”, continua Masi. “Nessuno vuole vivere in città buie, ma di certo dobbiamo tornare a volgere lo sguardo al cielo, cui è legato un patrimonio che ci riguarda direttamente e che deve essere ancora scoperto”.

Ma cos’è precisamente l’inquinamento luminoso che oggi colpisce soprattutto i centri urbani dove viviamo? “Quando di notte accendiamo una lampada non facciamo caso alla direzione verso cui muove la luce e se l’esigenza è quella di illuminare un cortile, una piazza o una strada quella luce deve andare verso il basso: se non succede quella luce è sprecata. E inquina”. I sistemi di illuminazione, quindi, dovrebbero seguire criteri di utilizzo intelligente e anche di risparmio energetico ed economico. Perché i rischi che ci sono in ballo sono alti e pericolosi visto che “esistono documentate conseguenze nell’utilizzo eccessivo della luce artificiale che hanno ricadute sulla nostra salute, sull’ambiente, con interferenze nella vita degli animali notturni, oltre al grande danno economico derivante dagli sprechi” aggiunge l’astrofisico Masi evidenziando la sovrapposizione di effetti collaterali derivanti dall’eccessivo utilizzo della luce artificiale.

Viene quasi da chiedersi se avessero ragione i nostri antenati quando hanno imparato a vivere nel rispetto dei cicli naturali dell’universo, ma è lo stesso Masi a spiegarci che lo sguardo al passato può avere solo una chiave di lettura, manco a dirlo, verso l’alto: “Non vedere il cielo significa non vedere i monumenti di molte civiltà antiche che anziché costruirli li hanno disegnati tra le stelle. L’osservazione del cielo ci permette di analizzare meglio il contesto in cui ci troviamo. Ci aiuta a essere maggiormente consapevoli della nostra esistenza nell’universo. È come ridisegnare la cornice che ci racconta meglio”. Saperne di più del cielo è la strada giusta per incuriosirci “perché con le moderne tecnologie illuminotecniche le possibilità di successo per educarci a una giusta misura nell’utilizzo delle risorse sono alte”, con un duplice vantaggio: “Riuscire a trasmettere la preziosità del cielo impegnerà tutti a desiderare di poterlo vedere meglio e tutti diventeranno tutori del firmamento”.

‘Starlights: l’Universo in un filo di luce’ vedrà la partecipazione anche dell’artista Leonardo Petrucci. Si tratta della prima iniziativa del percorso ‘Sotto lo Stesso Cielo’, che il 24 maggio, in occasione della II Giornata Mondiale di Mobilitazione per il Clima, nell’ambito dei ‘Fridays for Future’ promossi da Greta Thunberg e appoggiati ormai da oltre 15mila scienziati di tutto il mondo, si svolgerà con il flash mob ‘A Riveder le Stelle’, dalle 21 al Gianicolo.

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