«Il team dell’Opcw (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ndr) deve avere accesso completo e senza restrizioni al sito di Douma senza ulteriori ritardi. La loro indagine è cruciale nello scoprire le circostanze esatte delle immagini terrificanti che hanno unito il mondo nell’orrore questo mese. Ogni giorno che passa senza accesso rende più difficile per loro raccogliere e analizzare prove fondamentali». È l’appello della direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le Nazioni Unite a New York, Sherine Tadros. 75 persone, infatti, sono rimaste uccise la scorsa settimana a seguito di un presunto attacco con armi chimiche da parte delle forze governative.
Di queste ore la notizia dell’ingresso degli ispettori Onu a Douma. Lo riferisce la tv di Stato siriana: gli ispettori sono entrati accompagnati dalla polizia siriana e la loro visita si concluderà prima del tramonto.
In precedenza le autorità russe avevano fatto sapere, in una conferenza stampa presso la sede dell’Ambasciata russa a L’Aia, che gli ispettori dell’Opcw avrebbero avuto accesso alla città siriana. Queste le dichiarazioni di Igor Kirillov, capo dell’unità di protezione chimica, biologica e radiologica della Russia, richiamate sul quotidiano britannico Guardian.
In Italia il presidente del Consiglio ha riferito oggi alla Camera sulla situazione in Siria: «L’Italia non è un Paese neutrale, che sceglie di volta in volta con chi schierarsi tra l’alleanza atlantica e la Russia: è un coerente alleato degli Stati Uniti». Gentiloni ha infatti così motivato le sue dichiarazioni: «Credo che non possiamo accettare che si torni a 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale a legittimare l’uso della armi chimiche, non possiamo accettarlo. – e ha aggiunto – La città di Duma, che era l’ultima roccaforte dei ribelli, è stata oggetto di un attacco in cui secondo ogni evidenza si è ripetuto l’uso di armi chimiche: probabilmente cloro miscelato con sarin o agenti assimilabili. Fonti diverse hanno confermato decine di morti e centinaia di feriti».
Recentemente, più di 40 ong internazionali e siriane hanno chiesto che il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres istituisca un meccanismo indipendente per attribuire la responsabilità degli attacchi chimici in Siria. «Mentre il lavoro dell’Opcw è fondamentale per stabilire se un attacco chimico ha avuto luogo a Douma, non è sufficiente per garantire l’accertamento delle responsabilità per le vittime ed evitare che tali crimini si ripetano», ha dichiarato la referente di Amnesty International.
giornato il 17 aprile alle 17:08
Pubblicato il 17 aprile alle 13:38