L’ambiente è stato uno dei temi al centro del discorso sullo Stato dell’Unione tenuto il 15 settembre dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Il pianeta ha continuato a scaldarsi anche se noi eravamo fermi”, ha sottolineato von der Leyen riferendosi al lungo periodo di lockdown in Europa causato dalla pandemia Covid-19. La presidente della Commissione Ue ha annunciato che la quota del Next Generation Eu riservata al Green Deal sarà del 37% e dovrà essere dedicata alla lotta al surriscaldamento globale.
Parlando di crisi climatica, von der Leyen ha sottolineato i recenti sforzi fatti dall’Ue e proposto nuove misure, in particolare un taglio netto delle emissioni (-55%) entro il 2030. “Un percorso equilibrato, realistico e prudente alla neutralità climatica entro il 2050 richiede un obiettivo di riduzione delle emissioni del 55%”, rispetto ai livelli del 1990, “entro il 2030”, ha dichiarato in proposito. La valutazione di impatto condotta dalla Commissione dimostra che un obiettivo di riduzione del 55% è “sia economicamente fattibile che benefico per l’Europa, con le politiche appropriate”. Per l’Ue, le evidenze scientifiche “indicano che i rischi climatici sono chiaramente orientati al ribasso”, cioè è più probabile che le cose peggiorino, piuttosto che migliorare. Pertanto, “il solo modo responsabile di agire è muoversi ora, quando abbiamo ancora la libertà di scegliere, invece di temporeggiare finché non sarà troppo tardi”. Sempre la Commissione ha però voluto sottolineare che tagliare le emissioni non vuol dire tagliare la crescita. “Nel 2019 – ha evidenziato in merito – le emissioni Ue sono calate del 25% rispetto al 1990, secondo le stime, mentre nello stesso periodo l’economia è cresciuta del 62%. Questo dimostra che possiamo affrontare il cambiamento climatico ed assicurare una crescita economica sostenuta e creare posti di lavoro nello stesso tempo”.