Post-sisma: Enel e Legambiente insieme per Alleva la speranza

Alba Alessandri, allevatrice

Al via la seconda fase di Alleva la Speranza, il crowdfunding di Legambiente ed Enel per aiutare aziende del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017 a “coltivare” nuovi progetti di crescita. L’obiettivo è di sostenere in due anni venti progetti di allevatori e allevatrici; e dopo il successo della prima parte di raccolta fondi, ecco le quattro nuove imprese da supportare attraverso la piattaforma PlanBee. Sono le aziende di Alba Alessandri, Fabio Fantusi, Arianna Veneri e Pietropaolo Martinelli, una per ogni regione colpita secondo lo schema già adottato. “L’obiettivo della nostra campagna a sostegno di piccoli imprenditori – dichiara Enrico Fontana, responsabile di Alleva la Speranza per Legambiente – è di aiutarli a realizzare i progetti che, nonostante le grandi difficoltà riscontrate nel post terremoto, stanno cercando di portare avanti. Il successo nella raccolta fondi per i primi quattro progetti di Alleva la Speranza, con oltre 78mila euro donati, testimonia una attenzione ancora viva nel paese. Per questo crediamo nell’importanza di raccontare e sostenere le loro storie, fondamentali anche per le comunità in cui vivono. La loro determinazione e il loro impegno sono il frutto della volontà di non abbandonare le aree colpite, ma di investirvi e fare rete per continuare ad alimentare l’economia dei territori”.

“Siamo convinti che il successo con cui si è conclusa la prima fase della raccolta fondi, con oltre 78 mila euro donati, rappresenti un passo importante per il rilancio dei territori del nostro Paese devastati dagli eventi sismici del 2016. – ha affermato Massimo Bruno, responsabile sostenibilità e affari istituzionali di Enel – ‘Alleva la speranza’ per Enel significa avere a cuore le problematiche e i bisogni che a distanza di due anni persistono per i cittadini delle regioni colpite. Vogliamo continuare ad offrire un impegno concreto per aiutare le famiglie e soprattutto i giovani a ricostruire il loro futuro nella propria terra”.

Alba Alessandri vive a Pieve Torina nelle Marche e ha 28 anni. La sua azienda “Villanova” di allevamento biologico nasce 5 anni fa. Oggi alleva bovini, vacche da ristallo e da latte e oltre 6.000 galline ovaiole. Con i fondi di Alleva la speranza vorrebbe costruire una recinzione con criteri anti-lupo, per dare un riparo sicuro ai propri animali e permettere loro di pascolare liberamente.

L’azienda agricola di Fabio Fantusi è nella frazione Santa Giusta di Amatrice. Produceva carne non lavorata da vendere ai commercianti, e poi c’era il maneggio “Il Destriero” che nei mesi di luglio e agosto era il lavoro più importante. Con la scossa del 24 agosto Fabio Fantusi ha perso casa e due capannoni; il maneggio di cavalli era una delle poche strutture rimaste in piedi ed è diventato la casa comune di tantissime persone. Oggi l’azienda si estende su 40 ettari di terreno, ci sono una trentina di mucche, una decina di cavalli, 15 maiali e 40 arnie con le api, quest’ultime donate da associazioni dopo il sisma. Il sostegno di Alleva la speranza servirà a realizzare un’area pic-nic con gazebi, bracieri e griglie per attrarre le persone e ridare un impulso importante al settore turistico della zona.

L’azienda agricola di Arianna Veneri si chiama “La Fattoria”: ha un allevamento di 80 pecore e 16 ettari a Norcia dove seminiamo la bieta e il fieno per dare da mangiare al gregge e 75 ettari a Castelluccio di Norcia coltivati a prato naturale; coltiva inoltre lo zafferano insieme a un’associazione di produttori di Cascia. Prima del sisma “La Fattoria” era anche un agriturismo, oggi però la struttura è inagibile e due stalle sono crollate. Con il contributo di Alleva la speranza, Arianna, che ha 23 anni e studia Scienze dell’educazione, vorrebbe realizzare un capannone nuovo per le pecore: un primo passo verso il progetto di ristrutturazione dell’agriturismo di famiglia e verso il suo sogno di un agriasilo.
Pietropaolo Martinelli ha 40 anni; nella sua azienda a Farindola (Pescara) nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, alleva pecore e produce il pecorino di Farindola. Nei suoi 240 ettari produce anche erba medica e cereali, biologici, destinati all’alimentazione degli animali. Il pecorino di Farindola nel 2001 al Salone del gusto di Torino vinse il premio della Critica, ma non era prodotto in quantità sufficiente per essere venduto anche in altre regioni, così nel 2002 Martinelli avviò l’azienda che oggi impiega 14 persone. La scossa di terremoto del gennaio del 2017 ha distrutto le stalle e ucciso 450 tra pecore e agnelli. Il contributo di Alleva la speranza servirebbe ad acquistare nuovi capi per tornare a incrementare la produzione e dare così un contributo alla comunità di Farindola che si sostiene grazie alla vendita del formaggio.

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