Il 14 dicembre alcuni rappresentati della coalizione ambientalista #Together4forests hanno consegnato al vice commissario Timmermans e al commissario all’Ambiente Sinkevičius il risultato della consultazione pubblica sulla deforestazione che, grazie alla mobilitazione internazionale ha raccolto 1.193.652 milioni di firme. Si tratta della più partecipata consultazione pubblica sulle questioni ambientali della storia dell’UE, e la seconda più grande di sempre. Lo spazio esterno dell’edificio Berlaymont della Commissione europea per l’occasione è stato decorata con 1.193 lanterne, in rappresentanza delle 1.193.652 persone che hanno firmato la petizione #Together4Forests.
Gli obiettivi della campagna #Together4Forests
Oggi sul consumatore europeo grava la responsabilità degli acquisti che hanno contribuito alla deforestazione. È ora che l’Unione Europea agisca, spostando questa responsabilità sulle aziende produttrici, affinché compiano investigazioni sulle materie prime acquistate che, se sospette di essere legate alla distruzione della natura e dell’inosservanza dei diritti umani, devono essere scartate. Questo appello di oltre un milione di persone non può essere ignorato.
La campagna vede la partecipazione di 160 organizzazioni con un coordinamento affidato a Wwf, Greenpeace, ClientEarth, Conservation International e Environmental Investigation Agency. Tutte insieme hanno spronato per mesi i cittadini europei a presentare precise proposte alla consultazione pubblica comunitaria. A questa coalizione partecipano anche le organizzazioni italiane Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, ISDE-Medici per l’Ambiente, WWF Italia, Greenpeace e Istituto Oikos, ben consapevoli del peso che anche l’Italia ha rispetto ai consumi e nelle lavorazioni dei prodotti a rischio deforestazione nei settori alimentare, delle pelli, del legno.
L’obiettivo della coalizione è quello di ottenere in breve tempo un Regolamento europeo robusto ed efficace, capace di garantire ai consumatori l’estraneità dei prodotti acquistati alla deforestazione, alla trasformazione degli ecosistemi naturali (savane naturali e praterie) e alle violazioni dei diritti umani fuori della UE. Tale legge dovrebbe essere applicata anche al settore finanziario che investe in queste produzioni. Infatti la domanda dell’Europa di prodotti di consumo come la carne bovina, la soia per l’alimentazione animale, il pellame, il caffè, il cacao, la gomma e l’olio di palma, sta spingendo le foreste e la natura del mondo al limite. Un potente esempio è costituito dalle importazioni di soia dell’UE che, insieme alla Cina, è responsabile di più della metà di tutta la soia esportata dal Brasile. Le importazioni di soia dell’UE, tuttavia, provengono più spesso dalle “frontiere della deforestazione”, come la foresta pluviale amazzonica e la prateria del Cerrado, e un recente studio ha stimato che un quinto delle importazioni di soia dell’UE dal Brasile potrebbe provenire da terreni disboscati illegalmente.