Una storia da scrivere

“Io credo che un mese di tensione e di angoscia abbia valso più che anni di studio; e che un passo avanti fatto da mille persone valga di più che un chilometro fatto da qualche esperto”.

foto di Francesco Loiacono
Francesco Loiacono

Scriveva così Laura Conti, a un mese dal disastro dell’Icmesa, che nel 1976 portò l’incubo diossina nelle vite dei cittadini lombardi. Una donna alla quale noi giornalisti ambientali siamo legati, perché con la sua opera di medico e divulgatrice ha spiegato quanto l’ecologia sia una scienza che unisce le discipline e indaga la complessità. Il centenario della sua nascita, al quale dedichiamo alcune pagine di questo numero, coincide con il primo anno di pandemia da Covid-19. Dodici mesi di “tensione e angoscia” hanno rilevato tante verità, a partire dalle relazioni fra l’aggressione dell’uomo verso la natura e la diffusione di malattie infettive. Eppure ancora non si respira piena fiducia nella cultura scientifica e, soprattutto, fatica a emergere una visione che guidi la transizione ecologica e contrasti i cambiamenti climatici.

La copertina del numero di aprile di Nuova Ecologia

Stiamo lì a sperare nel futuro ma ci mancano ancora le energie per mettere in campo azioni risolutive. Per far nascere una visione che dia vita a un nuovo corso della storia, suggeriamo di rileggere gli insegnamenti di Laura Conti e Alex Langer, proclamato cittadino onorario di Sarajevo lo scorso 22 febbraio per la promozione della pace e della riconciliazione nella ex Jugoslavia. Nonviolento e ambientalista, in uno scritto che pubblichiamo a pagina 92, Langer già nel 1989 avvertiva sui rischi dell’ecodebito, di quel capitale naturale che intacchiamo con le nostre attività. Una lettura quanto mai preziosa oggi che il debito emesso dall’Unione Europea per finanziare il Next Generation Eu peserà sulle future generazioni.

Intanto continuano le deforestazioni in ogni angolo del pianeta, a pagina 36 Rocco Bellantone racconta quella in corso nella foresta di Bugoma, in Uganda, mentre la decarbonizzazione delle nostre attività è ancora in alto mare, come spiega Elisa Cozzarini nella storia di copertina. Cresce il traffico marittimo, aumentano le emissioni di gas serra e gli incidenti con rilascio di idrocarburi in mare. Una soluzione per abbattere le emissioni e i rischi per la salute, almeno nelle aree portuali, può essere il cold ironing, la fornitura di energia elettrica da terra alle navi. Un primo passo, necessario.

Emissioni in alto mare
Il nuovo numero di Nuova Ecologia
Il traffico navale che inquina il pianeta sulla copertina di aprile

 

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