Mai più plastica, la svolta di Lego in difesa dell’ambiente

La svolta green di Lego

 

Svolta green per Lego. L’azienda danese che da sessant’anni domina il mercato dei giocattoli si è posta l’obiettivo, entro il 2030, di produrre la maggior parte dei suoi prodotti con materiali ecocompatibili oppure derivati da fonti riciclabili. Una meta ambiziosa, oltre che rivoluzionaria e complessa per un’azienda che deve il suo successo proprio alla plastica, un materiale resistente e colorato. Basti pensare che le fabbriche Lego danno alla luce 100 milioni di mattoncini e producono un milione di tonnellate di CO2  all’anno. Senza contare poi lo sfruttamento insostenibile acqua e petrolio, fondamentali per la produzione della plastica. “Come Lego Group vogliamo avere un impatto positivo sul mondo che ci circonda e stiamo lavorando duramente per creare fantastici prodotti di gioco per bambini che utilizzano materiali sostenibili” ha dichiarato Tim Brooks, vicepresidente del dipartimento di responsabilità ambientale del gruppo.

L’azienda è già in cammino visto che ha già investito 130 milioni di euro e assunto centinaia di esperti del settore ambientale e delle bioplastiche. Dal 2017 infatti, per la produzione dei suoi giocattoli, l’impresa utilizza energie 100 % rinnovabili e a impatto zero. Dal 2018, inoltre, in Germania, Austria, Regno Unito, Canada e negli Stati Uniti l’azienda ha distribuito alcuni pezzi realizzati al 98% da un polietilene flessibile, derivato dalla lavorazione della canna da zucchero. I classici mattoncini, però, sono stati sostituiti da forme “green” come palme e foglie.  Infine, sembra che le confezioni stesse saranno costruite con materiali ecosostenibili e che questi vedranno al luce molto prima del 2030: “Entro il 2025, il nostro obiettivo è che nessuna parte del packaging Lego debba finire in una discarica”, ha affermato ancora Brooks.

Perché questa nuova strategia abbia successo, Lego ha deciso di collaborare con il Wwf per creare una domanda di mercato verso questa nuova bioplastica e ha aderito alla Bioplastic Feedstock Alliance, un’iniziativa che garantisce la completa sostenibilità del prodotto.

Ma l’azienda non può ancora cantare vittoria per diversi motivi: la poca resistenza della bioplastica, l’assenza delle giuste gradazioni di colore e il fatto che il nuovo materiale non è comunque compostabile. Lo stesso Niels Christiansen, nuovo CEO del gruppo ha affermato la necessità di procedere con cautela, poiché bisogna ancora capire quanto costerà all’azienda questa metamorfosi.  Il supervisore della produzione della fabbrica di Billung Henrik, Ostegraad Nielsen, è comunque fiducioso e ha riassunto questa difficile sfida con queste parole: “Dobbiamo imparare di nuovo a farli”. Lego, quindi, dovrà ripartire da zero creando qualcosa di nuovo e puro con fantasia e amore, proprio come fanno i bambini.

 

(di Iris Andreoni e Teresa Panzarella)

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