APPROVATO IL DDL SUGLI ECOREATI

foto di un presidio di Legambiente e Libera per chiedere l'approvazione del ddl

 

Un’attesa durata 18 anni. Poi un pomeriggio intero ad aspettare il voto sugli emendamenti e l’approvazione definitiva. Il Ddl sugli ecoreati è diventato legge pochi minuti prima delle 20.00, giusto in tempo prima della chiusura dei lavori e il rinvio alla mattinata successiva. E a piazza Navona, fra gli attivisti di Legambiente, è esplosa la festa mentre si srotolava uno striscione dal significato inequivocabile: «Ecogiustizia è fatta».

Da oggi in effetti i crimini contro l’ambiente sono delitti a pieno titolo, non si tratta più di contravvenzioni ma di reati punibili con la reclusione fino a 15 anni e tempi di prescrizione più lunghi. Vale per l’inquinamento, il disastro ambientale, l’omessa bonifica, il traffico di materiale radioattivo. La soddisfazione per questo provvedimento, le cui origini risalgono addirittura al 1997 con la proposta di legge avanzata Massimo Scalia, allora deputato dei Verdi, è palpabile nel movimento ambientalista e anche tra le forze politiche, M5S in prima fila, che l’hanno sostenuto: «Mando un abbraccio a tutte le mamme della Terra dei Fuochi. Ce l’abbiamo fatta. D’ora in poi chi inquina pagherà con fino a 20 anni di galera. Sono commosso, grazie» ha commentato su Facebook il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. Arriva anche la soddisfazione di Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera e primo firmatario della legge insieme a  Salvatore Micillo (M5S) e Serena Pellegrino (Sel). 

L’esito è stato incerto fino all’ultimo, poi gli emendamenti che avrebbero rimandato la norma alla Camera sono stati tutti respinti, a conferma della volontà di condurre in porto la legge senza modificare “neancheunavirgola”, come recitava un fortunato hashtag rilanciato nelle scorse settimane da Legambiente. Eventuali perfezionamenti saranno realizzati con futuri passaggi legislativi:  «E’ un grande passo avanti  nell’affermazione della legalità: ora avremo finalmente gli strumenti giusti per punire chi distrugge l’ambiente» ha detto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Ma intanto un punto fermo è stato messo: «Una vicenda come quella di Eternit con una legge come questa non sarà più possibile» è stato il commento del ministro per la giustizia, Andrea Orlando.

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Il disegno di legge che introduce i reati ambientali nel codice penale, dopo un lungo rimpallo fra Camera e Senato, approda oggi pomeriggio nell’aula di Palazzo Madama. L’approvazione definitiva potrebbe arrivare oggi stesso, domani al più tardi: il ddl dovrebbe infatti passare a larga maggioranza, avendo annunciato il proprio sì anche il Movimento Cinque Stelle, che ieri ha convocato una conferenza stampa al Senato per caldeggiare un rapido via libera, parlando di “occasione storica”.

“Finalmente ce l’abbiamo quasi fatta, sono vent’anni che aspettiamo questa legge – ha dichiarato il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio – Rivendichiamo il merito che non s’è fatto niente finché non siamo arrivati noi in Parlamento, quindi la variabile che ha permesso questa legge siamo noi. Proveremo a difenderla dagli attacchi dei partiti, perché abbiamo visto forze trasversali che si coalizzavano fra loro per affossare questo ddl. Non abbiamo nessun interesse a modificare questo testo e farlo tornare di nuovo alla Camera”.

Concetti rilanciati da Legambiente e Libera, anche loro presenti all’iniziativa del M5S. E che trovano sponda in Sel: “Pur restando critici su alcuni punti, come la modifica fatta dalla Camera sugli air gun e sul termine “abusivamente” per quanto riguarda il disastro ambientale – dice la capogruppo Loredana De Petris – non abbiamo presentato alcun emendamento ma solo due ordini del giorno”. Proprio i punti critici indicati dalla senatrice vendoliana sono il motivo per cui il provvedimento andrebbe nuovamente modificato secondo il portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli: “Nonostante nella legge ci siano provvedimenti giusti e condivisibili contro le ecomafie il disastro ambientale abusivo è una polpetta avvelenata che bloccherà le mani dei giudici: con questa norma un’inchiesta e un processo come quello all’Ilva di Taranto non sarebbero stati possibili. Esistono forse disastri ambientali non abusivi?”.

Chi sostiene la legge replica che sono critiche infondate. Legambiente e Libera lo fecero lo scorso marzo con una nota congiunta: “Questa novità è figlia anche delle proposte di emendamento elaborate da un pool di autorevoli magistrati e giuristi del settore, che hanno coadiuvato le nostre associazioni, presentate in Senato nel maggio 2014 proprio per superare alcuni problemi emersi con la prima formulazione prevista dal ddl approvato alla Camera il 26 febbraio 2014. Con la parola “abusivamente” infatti l’applicazione dei nuovi delitti eviterebbe vuoti di tutela e sarebbe molto più estensiva con maggiori garanzie per l’ambiente e la salute: con questa formulazione, ad esempio, verrebbero sanzionate l’emissione sul suolo o in atmosfera di sostanze pericolose regolate dalla normativa sulla sicurezza, come nel caso delle fibre di amianto, ma anche le cave illegali o i disboscamenti abusivi”.

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