Un lassismo intollerabile, che mette a rischio la disponibilità della risorsa acqua per la natura e per le persone. La Coalizione Living Rivers Italia, formata da 24 associazioni promotrici della Campagna europea #ProtectWater e tra cui c’è anche Legambiente, commenta duramente quanto emerso dal rapporto sull’applicazione della Direttiva europea Acque (2000/60/CE) diffuso il 26 febbraio dalla Commissione europea.
“Con solo il 40% dei fiumi, laghi e zone umide europee che possono considerarsi oggi in un ‘buono stato ecologico’, è veramente deludente se non irresponsabile constatare come lo strumento più efficace per tutelare e ripristinare gli ambienti acquatici non sia ancora oggi utilizzato pienamente”, commenta la Coalizione europea Living Rivers. “Aggiungendo al danno la beffa, molti Stati Membri stanno cercando di individuare il modo più facile per depotenziare la Direttiva Quadro Acque, sulla quale è in atto una consultazione pubblica. Più di 300mila cittadini europei hanno dato un segnale sull’importanza della Direttiva aderendo alla Campagna #ProtectWater. Si vorrà dare ascolto ai cittadini europei o si vorrà ignorarli?”.
Lo stato di fiumi e laghi in Italia
In Italia la situazione delle acque dolci non è delle migliori. L’inadeguata applicazione della Direttiva è testimoniata dal fatto che solo il 43% dei 7.494 fiumi italiani avrebbero raggiunto un “buono stato ecologico”, come richiesto dalla Direttiva Quadro Acque, mentre il 41% è ben al di sotto dell’obiettivo di qualità e un 16% non è stato nemmeno classificato. Per i 347 laghi del nostro Paese, invece, la situazione è ancora più grave visto che appena il 20% è “in regola” con la normativa europea.
“La Commissione Europea ha avviato procedure istruttorie Eu Pilot per violazione del diritto comunitario nei confronti del nostro Paese, rispettivamente: per l’indiscriminato sfruttamento delle acque a scopo idroelettrico e per la non corretta applicazione della Direttiva Quadro Acque. Purtroppo, anche la biodiversità delle acque dolci è fortemente in crisi in Italia, come testimonia la grave situazione in cui versano le oltre 40 specie di pesci autoctoni, 24 delle quali endemiche, tra cui la Trota marmorata, il Carpione del Garda e il Carpione del Fibreno, mentre il solo Cavedano appare fuori pericolo”, concludono le associazioni.
Quello che emerge chiaramente dalla valutazione della Commissione europea, conclude la Coalizione Living Rivers, è che i piani definiti dagli Stati Membri per tutelare e ripristinare gli ecosistemi acquatici risultano essere senza alcuna ambizione e non dimostrano alcuna intenzione di affrontare la terribile condizione in cui versano le acque europee.