In scena contro i clichés

Antonio Rezza F.mastrella Foto Di G.mazzi
Foto di G. Mazzi

«All’inizio ho pensato a uno scherzo. Ma quando ho visto i nostri nomi scritti, mi sono emozionata». Flavia Mastrella è sincera. Non se lo aspettava proprio che un giorno avrebbe ricevuto, assieme a Antonio Rezza, il Leone d’oro alla carriera. In apertura della Biennale teatro di Venezia (la seconda edizione firmata da Antonio Latella), a fine luglio, è stato consegnato il prestigioso riconoscimento ai due artisti che operano nella provincia romana (tra Nettuno e Anzio). Amati (o detestati) per le loro forme ibride, geniali, hanno un seguito da popstar. Ma nessuno aveva pensato finora a mettere i loro nomi accanto a quelli di maestri come Christoph Marthaler e Declan Donnellan. Dopo trent’anni di lavoro «virtuoso e in prima linea», come lo definisce lo stesso Rezza, performer e scrittore, «finalmente qualcuno capisce che siamo attuali, e che non è vero che le cose belle sono per pochi». Nelle motivazioni del premio si legge: “Flavia Mastrella è l’artista che crea habitat e spazi scenici che sono forme d’arte e che a sua volta Rezza abita e devasta con la sua strepitosa adesione”. Abituati a lottare contro il messaggio intenzionale («niente in noi è volontario») e a lavorare in solitudine «senza dover salvare la vita a nessuno e senza chiedere l’elemosina allo Stato», Rezza e Mastrella sono un fenomeno unico in Italia. Con gentilezza, e furore, distruggono i clichés. Lei, che è apollinea, costruisce. Lui, dionisiaco, perfora e trascina. Un tempo erano una coppia anche nella vita, ma poi «ad amarsi so’ bravi tutti; fare arte per sempre, lavorare con la fantasia, invece, quello sì che è difficile». Il pubblico della Biennale ha mostrato un’attenzione particolare nei confronti di Rezza e Mastrella, che a Venezia hanno mostrato tre opere compiute – 7 14 21 28, Fratto X e Anelante – più il risultato scenico di un workshop che Latella ha voluto dedicate al motivo del bacio. I due artisti si preparano a un’intensa tournée fra l’Italia e l’Europa.

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