Il 16 febbraio è stato presentato a Roma il Forum sulle disuguaglianze e le diversità. Una rete di pensiero e azione per imporre una svolta nel modo in cui si sta affrontando l’esplosione delle disuguaglianze, fenomeno a cui stiamo assistendo in questi anni. L’ultimo dato, proposto da Oxfam, è drammatico: nel 2017, l’1% più ricco della popolazione mondiale si è impossessato dell’82% della ricchezza. Sulle disuguaglianze in tanti spendono parole di condanna, ma sono pochi i risultati concreti che superano l’assistenzialismo per aggredire gli aspetti strutturali capaci davvero di ridurle. Insomma, se ne parla abbastanza ormai, ma poco sta cambiando. Eppure è dagli anni Ottanta che la forbice della ricchezza ha iniziato ad allargarsi, con un’impennata negli ultimi dieci anni di crisi economica.
L’idea nasce nella Fondazione Basso e parte dalla consapevolezza che, nella generalizzata disattenzione della politica, esistono oggi le condizioni per invertire la tendenza. È sempre più evidente che gli squilibri sociali provocati dalle disuguaglianze mettono seriamente in crisi la coesione sociale e quindi la stabilità dei regimi democratici, investiti da ondate di paura e rancore che affondano le radici proprio nelle disuguaglianze crescenti. Non solo. Si sta ormai diffondendo, anche fra gli economisti, la convinzione che le disuguaglianze hanno raggiunto un livello di soglia oltre il quale la stessa ripresa è in discussione. Perfino ai vertici dell’economia globale, nel recente World economic forum a Davos, si è diffusa la consapevolezza che oggi le disuguaglianze, insieme ai nuovi rischi di guerra, sono la principale preoccupazione sulle prospettive di ripresa e sviluppo.
Ma qual è la novità del Forum sulle disuguaglianze e le diversità? Parte da un assunto che Marcello Cini sosteneva più di dieci anni fa: occorre ridurre le disuguaglianze per valorizzare le diversità. E nasce grazie all’alleanza fra organizzazioni di cittadinanza attiva – oltre la Fondazione Basso, Legambiente, Caritas, Action aid, Cittadinanzattiva, Uisp, Dedalus, Fondazione di comunità Messina – e un gruppo di ricercatori ed esperti, con l’obiettivo di “disegnare politiche pubbliche e azioni collettive che riducano le disuguaglianze e favoriscano il pieno sviluppo di ogni persona”, costruendo consenso e mettendo insieme le pratiche e i saperi prodotti dall’associazionismo e dalla ricerca.
In questi anni, nonostante si siano moltiplicate nei territori le pratiche innovative di contrasto alle disuguaglianze, i meccanismi strutturali di produzione delle stesse non hanno subito modifiche. Quelle pratiche non sono riuscite a fare sistema. E il “fare sistema” nei territori è uno degli intenti fondativi del Forum, anche perché ai promotori è evidente che oggi, in termini di salubrità, qualità e vivibilità, le differenze fra territori, centri urbani, periferie e aree rurali hanno innescato ulteriori disuguaglianze, aggravando il divario fra ricchi e poveri. In ognuna di queste aree i poveri pagano più di tutti il degrado ambientale, e il degrado a sua volta peggiora là dove c’è più povertà.
Il primo impegno del Forum sarà con progetti di ricerca-azione sulle disuguaglianze di ricchezza privata e comune, perché influenzano tutte le altre disuguaglianze e “disfa di notte, come la tela di Penelope, ciò che le politiche del welfare costruiscono di giorno”. L’obiettivo è produrre proposte politiche che favoriscano la realizzazione dell’articolo 3 della Costituzione, che affida alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini.