Festival Oltremare: la street art torna a Lecce

Hanno lavorato sotto l’accecante sole salentino per quasi una settimana, dall’11 al 15 luglio, gli artisti che hanno partecipato alla seconda edizione del Festival Oltremare, evento autoprodotto e autofinanziato, organizzato anche quest’anno da 167/B Street e Artkademy (Milano). Hanno steso i loro colori e nuove immagini su un edificio in stato di abbandono sul lungomare di San Cataldo, marina di Lecce, con uno sguardo al mare e uno alle vicende che vanno oltre il mare. Nelle trame dell’attualità più nera, richiamando le tragedie dei viaggi dei migranti che hanno trovato i porti chiusi, portando sui muri i loro volti, i loro corpi in transito, ridando identità e dignità alla loro persona. Ma non solo, il festival è stata un’occasione per puntare gli occhi sul Salento: “Due occhi non bastano per questo Salento” è, infatti, la scritta di Mr Caos che accompagna il grande murale di Frank Lucignolo, autore anche della locandina del festival di quest’anno.

Murales Mediterraneo Fossa Comune
foto di Annamaria Serinelli

Tra nuovi partecipanti e artisti di ritorno al festival, “Oltremare” ha visto tra i suoi protagonisti Chekos’Art, Majilina, Toni Sulo, Franko Dine, Piger, Kenji Skan, Marzia Nais, Biodpi,  Mk Morekolor, Kert Art Core, Mr Caos, Frank Lucignolo, Tmx art, Noire e altri, insieme alla “poesia d’assalto” di Ivan e Davide, presenze consuete del festival; alternando musica, concerti serali, distese di murales su strada e allegre tavolate presso l’Ostello del sole che ha ospitato gli artisti. Le loro giornate a San Cataldo e i loro lavori sono stati seguiti e documentati dal fotografo  Giovanni Gianfranco Candida, in arte “Walls of Milano”. E se l’anno scorso Tap (Trans Adriatic Pipeline) e xylella erano tra le tematiche principalmente toccate dai murales, quest’anno prevalgono i volti, da quelli delle dame con l’ermellino di citazione leonardiana fino a quelli combattivi ed eroici dei migranti. La scritta “clandestino” campeggia lungo la facciata dell’edificio abbandonato sul lungomare, con una processione di figure stilizzate che incedono trasportando fardelli, bambini, destini. Invece, nel murale di Toni Sulo distinguiamo il volto della famosa ragazza afgana della fotografia di Steve McCurry; così come i lineamenti contratti e sofferenti del padre che abbraccia la figlia, con la quale è appena sbarcato, appaiono chiari nel murale di Tmx artist. Accanto a questa immagine, tratta da una foto che testimonia l’odissea dei migranti, una scritta che ricorda quanto accaduto e che continua ad accadere: “Mediterraneo fossa comune”. Una denuncia che si staglia alla luce del sole, proprio di fronte al Mar Mediterraneo.

Murales Steve Mc Curry
foto di Annamaria Serinelli

Il festival continua a essere dialogo tra gli artisti, tra questi ultimi e la comunità, e da quest’anno anche tra opere nuove e opere precedenti, alcune delle quali sono rimaste intatte, come il grande murales realizzato l’anno scorso da Nemo’s. Altre, invece, hanno lasciato il posto a sovrapposizioni e a nuove immagini. Ma l’augurio principale è che questa rigenerazione urbana riporti non solo simbolicamente, ma anche concretamente in vita l’edificio fatiscente che un tempo era luogo di alloggi, negozi e bar della marina leccese. Perché l’arte sia non solo ispirata dalla realtà, ma anche ispirazione per nuovi progetti da realizzare.

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