È uno fra i casi di contaminazione industriale più grandi d’Europa quello che coinvolge la falda veneta, che per cinquant’anni è stata vittima di sversamenti contaminati da Pfas, o sostanze perfluroalchiliche, molecole altamente tossiche per la salute umana utilizzate per impermeabilizzare imballaggi alimentari e pelli e per produrre tappeti e padelle. La falda contamina l’acqua di ventuno comuni fra le province di Vicenza, Verona e Padova. Un danno ambientale di enormi proporzioni e un rischio per la salute di circa 350mila persone. Fra i principali responsabili, l’azienda chimica Miteni, oggi imputata per disastro innominato e avvelenamento delle acque. Al processo saranno 226 le parti civili, fra cui la Regione Veneto, le “Mamme No Pfas”, Legambiente, Greenpeace e Confagricoltura. Oltre a Miteni, anche le società Mitsubishi e International Chemical Investors si sono costituite come “responsabili civili”, accettando di farsi carico dei danni accertati dai giudici. Il dibattimento prenderà il via questo mese.