Estate torrida: è allarme incendi e siccità

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Il 95% della foresta di Pedrógão Grande a 160 km a nord di Lisbona è stata cancellata. Il maxi incendio scoppiato alle 3 di sabato mattina è stato scatenato dai fulmini che si sono abbattuti sul bosco, reso secco dalla siccità delle ultime settimane. L’ondata di caldo eccezionale e i venti fino a 200 km/h hanno fatto il resto. Ad oggi ha provocato 61 vittime. Stavolta la mano dell’uomo non c’entra nulla. Il vero colpevole sono i cambiamenti climatici. Che possono peggiorare situazioni anche dolose. Come è successo per i roghi della scorsa settimana in Italia, nel casertano. L’incendio più spaventoso è quello che si è verificato nel pomeriggio di domenica a Mondragone, sul monte Petrino, durante una giornata in cui moltissime persone hanno raggiunto il litorale per trascorrere una giornata al mare. Le fiamme anche questa volta sono state favorite dal forte vento che ha spirato per tutta la giornata in zona, si sono estese in pochi minuti in un’area enorme, diffondendosi su tutta la collina e distruggendo diversi ettari di vegetazione. I vigili del fuoco costretti ad un lavoro estenuante per limitare i danni. Il 12 giugno è divampato anche un vasto incendio sul monte San Biagio, che ospita la statua del Cristo Redentore e le rovine della città antica di Maratea, in provincia di Potenza. Tre le squadre dei vigili del fuoco impiegate. Sono andati in fumo tra i 10 e i 15 ettari di macchia mediterranea.

Si preannuncia per i Paesi del Mediterraneo un’estate torrida che divora il territorio con gli incendi. Ad affrontare quest’emergenza anche il nostro Paese debole sul fronte della tutela ambientale. Soprattutto dopo la soppressione del corpo forestale dello Stato e il suo accorpamento nell’arma dei carabinieri, dopo il decreto Madia sulla riforma della pubblica amministrazione. Il corpo contava circa 8.500 dipendenti in tutta Italia, specializzati nella tutela del patrimonio naturale e paesaggistico, nella prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale e agroalimentare. I compiti di lotta agli incendi boschivi sono sotto la responsabilità delle regioni. I vigili del fuoco vi concorrono solo dal 2017 avendo ereditato i compiti del i compiti del oppresso corpo forestale dello Stato senza però un correlato sufficiente numeri di uomini. Mancavano già dall’organico 3mila pompieri. In più denuncia Antonio Brizzi del Conapo, il sindacato autonomo vigili del fuoco, su La stampa: “Molte regioni non hanno valorizzato  questa attività dei vigili del fuoco e non hanno ancora stipulato le convenzioni che stanziano i fondi di potenziamento del servizio o lo hanno fatto in modo insufficiente”.

Sul fronte risorse idriche, anche le Alpi si “scaldano”, il Po è senz’acqua. Sul Monte Bianco zero gradi solo oltre i 4.300 metri, a giugno il 52% di piogge in meno. Per la crisi idrica l’Emilia Romagna chiede lo stato di calamità naturale. Anche a Roma è allarme siccità. L’Acea ha elaborato una mappatura dei quartieri e dei comuni che potrebbero restare senza acqua. Tra le cause dei disagi la carenza di pioggia e le condizioni della rete idrica con dispersioni fino al 40%.

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