Eolie, patrimonio dell’Umanità: Caretta caretta in fuga dalla spiaggia Rinella di Salina a causa del ripascimento

L’arenile è oggi riempito di ghiaietto acuminato dell’Etna al posto della fine sabbia nera, nonostante i milioni di euro spesi per l’operazione. Legambiente Sicilia scrive una lettera aperta alla Regione, ai sindaci e all’assessore Cordaro. E c’è chi fa appello all’Unesco

La tartaruga fa capolino sulla spiaggia di Rinella nell’isola Salina, nell’arcipelago delle Eolie. Si affaccia timidamente poi fa dietrofront. Eccolo in un video il danno inflitto alla spiaggia nelle isole Patrimonio dell’Umanità con il ripascimento. La spiaggia era luogo privilegiato dalla tartarughe Caretta caretta per la deposizione delle uova: oggi sembrano disorientate da questo ennesimo intervento umano che ha portato una spiaggia di fine sabbia nera a diventare un cumulo di ghiaia acuminata.

Le Caretta caretta, le tartarughe più comuni nel Mediterraneo sono nella Lista Rossa delle specie minacciate dell’Iucn: la mancata deposizione delle uova è un colpo letale a una specie già vulnerabile.

Le foto della trasformazione della spiaggia e il video della tartaruga che cerca di deporre le sue uova non riuscendoci, abbandonando questa impresa così vitale, sono cominciate a girare sui social. Il primo a lanciare l’allarme è stato Nico Piro giornalista del Tg3 che ha “taggato” in un post anche l’Unesco: “Ho denunciato l’evento all’Unesco, mi sembra una questione imprescindibile questa. L’Unesco non è certamente Tripadvisor quando assegna status di patrimonio per l’umanità non offre solo occasioni di far cassa all’industria turistica locale ma impone obblighi di tutela, miglioramento e preservazione dei luoghi. Proprio per questo, per i fatti gravissimi di Leni, Rinella, sono necessarie sanzioni”.

Le Caretta Caretta, le tartarughe più comuni nel Mediterraneo, sono nella Lista Rossa delle specie minacciate dell’Iucn: la mancata deposizione delle uova è un colpo letale a una specie già vulnerabile.

Legambiente Sicilia ha intanto inviato una lettera al Presidente della Regione, all’assessore Cordaro e ai sindaci dei Comuni delle Eolie: “Milioni di euro per devastare la spiaggia, che un tempo era di sabbia nera, con ghiaietto acuminato dell’Etna, che scoraggia turisti e locali. Siamo preoccupati per quello che accadrà alle altre spiagge dell’arcipelago”.

L’associazione ricostruisce tutta l’opera di ripascimento della spiaggia: è cominciata “7 anni fa ma nel settembre del 2020 sono ripresi i lavori di completamento per un importo di circa 2,5 milioni di euro, con ulteriore sversamento di decine di migliaia di metri cubi di ghiaietto sempre grigio e ben aguzzo” spiega Gianfranco Zanna presidente di Legambiente Sicilia. Questo materiale è stato trasportato dalle pendici dell’Etna fino ad Augusta e imbarcato su pontoni per giungere infine a Rinella. “Un’invidiabile crociera tra Ionio e Tirreno – commenta Zanna –  che ha certamente contribuito nel determinare l’eccezionale sforzo economico dell’intervento, dato che un metro cubo è costato ben 130 euro, a fronte del costo medio di un metro cubo di sabbia che solitamente varia tra 20 e 30 euro. Il ghiaietto ha finalmente ricoperto per intero l’antica spiaggia di fine sabbia vulcanica, conferendole un aspetto simile a quello di una discarica di inerti”.

Chissà a questo punto se questa “discarica di inerti” sarà valutata  e sanzionata dall’Unesco. Intanto proprio l’Unesco  ha risposto via mail a Nico Piro, dopo la sua segnalazione alla rappresentanza italiana: “Il rispetto degli habitat e la loro tutela, insieme alla considerazione delle caratteristiche naturali dei luoghi, rappresentano sicuramente una condizione essenziale per il mantenimento dell’iscrizione nella lista del World Heritage. Pertanto inoltreremo la sua segnalazione ai competenti ministeri, della Cultura, e della Transizione Ecologica”.

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