Biden mette la questione climatica al centro della campagna elettorale Usa

Incentivi a sostegno della transizione dallo sfruttamento di fonti fossili a quelle rinnovabili, più posti di lavoro nell’energia pulita e maggiore giustizia ambientale per le comunità che subiscono i danni causati dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. Joe Biden, candidato democratico alle prossime elezioni presidenziali in programma negli Stati Uniti il prossimo 3 novembre contro l’uscente Donald Trump, ha finalmente messo sul piatto della campagna elettorale americana la questione climatica. Lo ha fatto lo scorso 23 ottobre nel corso dell’ultimo dibattito con il candidato repubblicano, nel corso del quale Biden ha posto tra le priorità che si prefiggerà qualora dovesse essere nominato presidente una serie di azioni concrete per mitigare gli effetti del riscaldamento globale. Una mossa inedita per una campagna presidenziale negli Stati Uniti, accolta positivamente dalle associazioni ambientaliste americane, seppur con i dovuti distinguo.

“Le differenze tra Joe Biden e Donald Trump sul clima sono più ampie che su qualsiasi altra questione. Trump ha alimentato la crisi climatica in ogni momento, svendendo i lavoratori e le famiglie per lasciare che gli inquinatori delle corporation ci portino al caos”, ha dichiarato Ashley Thomson, climate campaigner di Greenpeace Usa. La quale ha però tenuto a sottolineare che se Biden sarà eletto, le aspettative nei confronti della sua amministrazione saranno alte. “Deve dimostrare di essere pronto ad andare oltre le false soluzioni e gli approcci a metà per affrontare l’ingiustizia sociale, ambientale ed economica alla radice. Il nostro movimento non si fermerà finché non avremo assicurato un Green New Deal e una transizione giusta per i lavoratori dei combustibili fossili. E sì, questo include la fine del fracking”, vale a dire la tecnica di estrazione di gas e petrolio distruttiva per l’ambiente che Trump ha incentivato in tutti i modi e che Biden ha detto di non voler abbandonare. Senza dimenticare che il Green new deal proposto dai democratici rimane comunque molto più tiepido rispetto a quello avanzato dall’ala sinistra del partito democratico tra i cui principali punti di riferimento c’è Bernie Sanders.

In attesa del voto del 3 novembre, ciò che è certo è che la sfida sul clima in questa campagna elettorale gioca al momento tutta a favore del candidato democratico. Sarà il voto a dire se gli americani sono pronti a cambiare presidente affinché la questione diventi realmente una priorità nell’agenda di governo del prossimo inquilino della Casa Bianca.

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