Fca prova a voltare pagina e a lasciarsi alle spalle negli Stati Uniti il diesel gate. La casa automobilistica ha infatti raggiunto un accordo per risolvere i contenziosi sulle emissioni: pagherà 800 milioni di dollari per chiudere le dispute con cui è stata accusata di aver installato su alcune delle sue vetture dispositivi per aggirare gli standard. La cifra, precisa Fiat Chrysler, è in linea con l’accantonamento effettuato nel terzo trimestre del 2018.
Ma le intese raggiunte non cambiano la posizione di Fca, che ribadisce di non aver mai adottato nessun disegno deliberatamente diretto a installare impianti di manipolazione per aggirare i test sulle emissioni. Le intese consensuali raggiunte con le autorità americane, precisa inoltre l’azienda, ”non contengono alcun accertamento o ammissione in merito a qualsivoglia pretesa violazione delle norme sulle emissioni”. L’annuncio non incide sui titoli Fca quotati in Borsa, che chiudono a Piazza Affari in rialzo dello 0,79% e a Wall Street dello 0,89%.
”Il dipartimento di Giustizia è impegnato al rispetto delle leggi che tutelano l’ambiente nel nostro Paese. Fiat Chrysler ha infranto queste leggi e questo dimostra che ci sono forti sanzioni per le aziende che si impegnano in tali violazioni”, ha dichiarato Jesse Panuccio del dipartimento di Giustizia statunitense. ”Gli standard sulle emissioni della California esistono per proteggere i cittadini e l’ambiente. Fca ha cercato di aggirarli installando un software per ingannare i test. La società non solo ha violato la legge e la nostra fiducia, ma lo ha fatto a spese dell’ambiente” ha rincarato il procuratore generale della California, Xavier Becerra.
Gli accordi raggiunti da Fca riguardano le autorità federali e statali ma anche una class action privata. La casa automobilistica pagherà circa 400 milioni di dollari in sanzioni civili, mentre altri circa 400 sono per i consumatori e la class action patteggiata: in media ognuno dei titolari delle auto finite nel mirino delle autorità americane riceverà 2.800 dollari. Nell’ambito delle intese siglate, Fca condurrà anche ”una campagna di richiamo per l’aggiornamento del software di controllo delle emissioni su circa 100.000 Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee”.
Il raggiungimento delle intese è un importante passo in avanti per Fca ma, ha precisato il dipartimento di Giustizia, gli accordi ”non risolvono alcuna delle potenziali responsabilità penali”. Il dipartimento ha fatto causa a Fca a maggio 2017. L’azione legale seguiva l’inasprimento dei controlli americani sul mercato del diesel dopo lo scandalo del dieselgate di Volkswagen, costato alla casa automobilistica tedesca più di 25 miliardi di dollari.