L’acqua che scorre nelle falde, nei fiumi, negli acquedotti, negli impianti di depurazione e arriva nelle nostre case, o in mare, è una miscela carica di criticità che l’Italia non riesce a “guadare”. La nostra acqua è inquinata da scarichi illegali, piena di rifiuti, depurata poco o male – il 25% della popolazione non è coperto da un adeguato servizio di depurazione – sprecata negli impianti di distribuzione in cui mediamente si misura il 40% di dispersione, con buona pace del fatto che molte aree soffrono la siccità.
E poi c’è il solito cemento, legale o abusivo, che la costringe in spazi sempre più ridotti, aggravando il rischio climatico. L’Osservatorio città clima di Legambiente ha censito 860 eventi estremi in 472 comuni, di questi 350 sono allagamenti e 99 esondazioni deifiumi. Ai corsi d’acqua dedichiamo la storia di copertina. Perché vista dagli argini degli oltre 7.000 fiumi che la attraversano, la nostra penisola appare bella ma fragile.
E invece è proprio dalle rive dei fiumi che dovremmo ripartire, utilizzando anche i fondi in arrivo con il Next generation Eu, per curare i territori. Ristabilendo l’equilibrio fra acqua e terra. Ma per abbattere il rischio climatico serve anche una rapida e robusta riduzione delle emissioni, che non può avvenire se prima non si mandano in soffitta quei meccanismi finanziari che di fatto danno il diritto a inquinare a chi può permetterselo, come racconta bene Francesco Paniè nell’inchiesta “Venditori di fumo” (pag. 38). L’idea di consentire a governi e imprese di ridurre le emissioni dove era meno costoso, investendo in progetti di conservazione e sostenibilità nei Paesi in via di sviluppo, non solo non ha abbassato la concentrazione di CO2 nell’atmosfera, giunta ad agosto a 412,5 ppm, ma ha dato luogo a truffe, violazione dei diritti umani e degrado ambientale. Con l’aggravante di aver rallentato riforme e investimenti necessari. Gli stessi che tanti operatori dell’economia circolare chiedono di poter fare in Italia. Ad agosto il governo ha recepito il pacchetto comunitario in materia. È questo il momento di lasciarsi alle spalle gli ostacoli che frenano le esperienze di eccellenza. Della crescita e delle opportunità dell’economia circolare si discuterà il 21 e 22 ottobre a Roma (in streaming sul nostro sito e sui canali social) in occasione dell’Ecoforum, uno degli appuntamenti che Legambiente ha organizzato in questo autunno caldo per ragionare su come avviare la transizione ecologica. Senza sprecare i soldi del Next generation Eu nelle stesse vecchie ricette fossili.