Cowm2018: la gestione delle acque e gli eventi estremi

Immagine dei danni causati dal maltempo in Trentino

La gestione delle acque, gli eventi estremi e l’apporto dei cittadini. Temi di straordinaria attualità a fronte delle cronache drammatiche delle ultime settimane, vedranno a confronto i massimi esperti mondiali delle risorse idriche, nella più ampia accezione del termine. Acqua fonte di vita e di sopravvivenza, ma anche di eventi estremi e veicolo di inquinamento.

Gli “osservatori dei cittadini” possono oggi consentire a chiunque, attraverso tecnologie mediatiche a basso costo di uso comune, di concretizzare “sul campo” la presa di coscienza nei confronti della tutela collettiva e del monitoraggio ambientale. La programmazione messa in atto dall’Amministrazione pianifica le buone pratiche finalizzate alla prevenzione, così come previsto dalla Direttiva Ue 2007/60.

Conoscere, preparare, prevenire e pianificare eventuali opere di recupero sono i fondamentali delle best practices previste dalla Direttiva. Il Distretto idrografico delle Alpi orientali -che ha competenza sui bacini idrografici nelle regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto e marginalmente in Lombardia, nelle Province Autonome di Trento e di Bolzano, nonché su alcuni bacini transfrontalieri al confine con Svizzera, Austria e Slovenia- è all’avanguardia nella concreta attuazione del Piano alluvioni che, nel corso delle ultime calamità naturali, ha consentito di limitare i danni conseguenti ad alluvioni e dissesto idrogeologico. Non a caso ha sede istituzionale a Venezia, dove la scienza delle acque ha creato la città “tra cielo e mare sospesa” unica al mondo, ne ha fatto la storia e si è sviluppata in teorie e pratiche ancor oggi di stupefacente modernità.

Le acque sono, infatti, il “sistema linfatico” dell’organismo Terra e vanno governate da un sistema altrettanto capillare basato su piani di protezione, prevenzione e preparazione.

COWM2018, stimolando una nuova solidarietà tra i cittadini, e tra di essi e le istituzioni, si propone di sviluppare, con un contributo al sapere collettivo, quella intelligenza collettiva che potrebbe cambiare l’approccio, quasi fatalistico, al sistema delle acque e agli eventi estremi che insistono su territori particolarmente fragili sul piano idrogeologico nel loro complesso, come l’Italia.

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