La Corte di giustizia della UE ha dettato il passo dell’agenda della transizione ecologica di tutti gli Stati membri con una sentenza storica: tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione hanno finalmente la facoltà di mettere al bando gli agenti chimici che, seppur autorizzati, risultano dannosi per l’ambiente, la fauna e la salute umana. La sentenza arriva a seguito del ricorso dell’Union des industries de la protection des plantes (UIPP), la più grande associazione francese di produttori di fitosanitari, che aveva deciso di prendere posizione contro la decisione del governo di Parigi di mettere al bando cinque neonicotinoidi: acetamiprid, clothianidin, imidacloprid, thiacloprid e thiamethoxam, particolarmente dannosi per le api. L’UIPP si appellava alla superiorità del diritto europeo, partendo dal presupposto che la normativa europea vieta solo tre dei cinque neonicotinoidi più utilizzati.
L’opinione della Corte di giustizia è però differente: stando alla sentenza, i Paesi membri possono adottare misure protettive unilaterali, a patto che abbiano precedentemente sollevato preoccupazioni in merito ad una sostanza nei confronti della Commissione e che la Commissione non abbia adottato misure cosiddette protettive. In buona sostanza, la Corte di giustizia non fa altro che sancire il principio dell’autonomia dei singoli Stati rispetto a provvedimenti che riguardano la salute di uomini, animali e ambiente.
Da ciò deriva il fatto che i colossi dell’agrochimica hanno sempre più armi spuntate e che dagli Stati membri possono essere prese decisioni in maniera molto più determinata rispetto alla messa al bando di pesticidi e neonicotinoidi. La sentenza della Corte costituisce un precedente e c’è da sperare che presto vengano promossi nei singoli Stati provvedimenti in questa logica per tutelare gli insetti e le api.
Proprio i neonicotinoidi sono infatti particolarmente pericolosi per gli insetti e per gli impollinatori, fondamentali per la riproduzione delle piante e delle colture. A tale proposito, si segnala che negli ultimi anni sono proprio i neonicotinoidi ad aver contribuito significativamente al declino delle api, sia provocandone la morte che mettendo a repentaglio il loro senso dell’orientamento, la memoria e le modalità di riproduzione. In Italia, negli ultimi 5 anni sono andati perduti 200.000 alveari e i pesticidi sono tra i responsabili – insieme ovviamente ai cambiamenti climatici – di questa drammatica situazione.
A questo punto, c’è da sperare che tutti i Paesi vadano in questa direzione senza tentennamenti anche se i segnali in alcuni casi non sono affatto positivi. Il governo francese, ad esempio, proprio qualche giorno fa ha approvato un provvedimento – molto criticato – che deroga all’uso dei neonicotinoidi nelle coltivazioni di barbabietola. Provvedimento che ci auguriamo venga bloccato dal Senato. La sentenza della Corte costituisce un precedente e c’è da sperare che presto vengano promossi nei singoli Stati provvedimenti in questa logica per tutelare gli insetti e le api.
All’Italia chiediamo con forza che vieti tutti i neonicotinoidi – e non solo i tre previsti dalla norma UE – con coraggio, alla luce anche della sentenza della Corte, lanciando un chiaro segnale di tutela nei confronti degli insetti impollinatori, degli ecosistemi e della biodiversità. Studi scientifici hanno dimostrato che i pesticidi neonicotinoidi attaccano il sistema nervoso centrale degli insetti: salviamo gli insetti, le api e il Pianeta a partire dalla nostra Penisola. E ancora una volta amplifichiamo e firmiamo la petizione Save bees and farmers (www.savebeesandfarmers.com) che chiede di eliminare completamente i pesticidi di sintesi dai campi entro il 2035 , con un primo step dell’80% al 2030 e che, una volta raggiunte 1 milione di firme, ci consentirà di dare ancora più forza alla nostra battaglia.