Venerdì, centinaia di ragazzi, un solo obiettivo. Roma, Torino, Milano, ma anche Brescia, Napoli e tante altre: nelle maggiori città italiane da stamattina si manifesta per l’ambiente, per il nostro pianeta, contro il cambiamento climatico in atto. E’ il sesto Global strike organizzato dai sostenitori del movimento attivista FridaysForFuture, nato sull’onda delle manifestazioni di Greta Thunberg, che non si arrendono e continuano a farsi sentire, nel momento in cui l’Unione Europea ha deciso di diminuire le emissioni inquinanti del 60% entro il 2030.
“Giustizia climatica”, “Recovery Planet”, “Non c’è più tempo”: i cartelloni in piazza parlano chiaro e raccontano l’esigenza dei ragazzi, consapevoli di appartenere all’ultima generazione che può ancora salvare il salvabile.
In Piazza del Popolo, a Roma, sono centinaia a sostenere i “venerdì per il clima”, da più di cento scuole della città, tutti rigorosamente dotati di mascherina e distanziati tra loro. I più attesi sono gli attivisti di “The save movement”, vestiti di nero, che insceneranno un corteo funebre, con tanto di bare a simboleggiare la morte di animali, uomini e ambiente.
A Torino invece, da stamattina alle 9.30, i ragazzi manifestano ognuno posizionato su una croce disegnata a terra con il gesso per garantire la distanza di sicurezza. Ad accoglierli, manifestanti con gel disinfettanti.
A Milano, intanto, gli attivisti sfilano ricordando l’importanza del Recovery Fund. Dal loro profilo social, i ragazzi del gruppo Fridays For Future Milano spiegano: “Da piazza Cairoli verso piazza Duomo attaccati a un lungo nastro che ci sta permettendo di sfilare per la città rispettando tutte le precauzioni sanitarie per il Covid! Abbiamo deciso di scendere in piazza perché é necessario far sentire la voce degli attivisti in un momento fondamentale in cui i governi stanno decidendo come spendere gli enormi fondi del Recovery Fund e le compagnie fossili stanno facendo di tutto per continuare col loro modello di business. Stiamo dimostrando a tutta Milano che siamo capaci di far sentire la nostra voce rispettando le misure di contenimento del Coronavirus!”
In linea con il pensiero dei tanti ragazzi nelle piazze, partecipano allo sciopero anchegli attivisti di Extintion Ribellion, che hanno bloccato uno degli ingressi della sede romana di ENI con uno striscione significativo con la scritta “CiAvvelENI”. In 60 si sono incatenati sotto la sede, dopo aver mandato una lettera al ministro StefanoPatuanelli che recita “Eni è una delle aziende più inquinanti al mondo e gioca con il termine sostenibilità in maniera indegna, sperando di convincere la cittadinanza con pubblicità in cui si vedono mondi equi e fiorenti e si sentono messaggi che incitano i
singoli a cambiare i propri comportamenti perché Eni lo ha già fatto. Non è più sopportabile questa narrativa di “greenwashing”. In tanti, tutti insieme, per il nostro futuro.