La Cina raggiungerà il picco di emissioni di CO2 intorno al 2030, per poi diventare “carbon neutral” entro il 2060, cioè con bilancio netto di emissioni pari a zero. Lo ha annunciato il presidente cinese Xi Jinping in un videomessaggio proiettato durante la 75esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’Europa, con il Green deal, stima di raggiungere lo stesso obiettivo entro il 2050.
«La pandemia – ha dichiarato il presidente Jinping – ricorda al mondo che l’umanità deve lanciare una rivoluzione verde e agire più rapidamente per creare uno sviluppo ecologico. I Paesi devono condurre uno sviluppo innovativo, coordinato, verde e aperto a tutti, cogliere le opportunità storiche offerte dal nuovo ciclo di rivoluzione scientifica e tecnologica e dalla trasformazione industriale e realizzare una ripresa verde dell’economia mondiale nell’era post-Covid».
L’annuncio è considerato un passo significativo nella lotta contro il cambiamento climatico, visto che la Cina è la più grande fonte di CO2 al mondo, responsabile di circa il 28% delle emissioni globali. Le sue emissioni hanno continuato ad aumentare nel 2018 e nel 2019, anche se gran parte del mondo ha iniziato ad abbandonare i combustibili fossili. Con la crisi provocata dalla pandemia, inoltre, le emissioni del Paese sono precipitate del 25%, tornando poi di nuovo a salire a giugno, con la ripresa delle centrali a carbone, la produzione di cemento e altre industrie pesanti.
Nel discorso del presidente però, non ci sono stati riferimenti riguardo al percorso che il paese intende affrontare per raggiungere la decarbonizzazione. Dal punto di vista energetico, Pechino dovrebbe arrivare al 42% di elettricità “pulita” (da risorse rinnovabili e nucleare), in confronto al 32% circa di oggi, e installare 80-115 GW di nuovo fotovoltaico ogni anno.
Secondo l’opinione degli esperti, la dichiarazione di Jinping, che è giunta subito dopo il discorso negazionista di Trump, è stata anche una mossa politica ben mirata. Il presidente ha infatti aggiunto: «Non intendiamo intraprendere una guerra fredda con nessun Paese. La Cina continuerà a ridurre le differenze e risolvere le controversie con gli altri con il dialogo e i negoziati”.
Nel 2014 Jinping aveva già compiuto un passo importante verso la lotta al climate change, firmando con l’ex presidente Usa Barack Obama un accordo che divenne un elemento fondamentale dell’Accordo di Parigi. Gli Stati Uniti di Trump, però, hanno poi abbandonato gli impegni presi.