Calano i rifugiati in Europa, aumentano le torture in Libia

 

immagine di tre persone richiedenti asilo

Nel 2017 l’Unione Europea, più Norvegia e Svizzera, ha ricevuto il 43% di richieste di asilo in meno rispetto al 2016. Ma il numero, pari a 706.913 domande, resta comunque “considerevole” secondo l’Agenzia europea per il sostegno all’asilo (Easo). Dopo il flusso record del 2015, si tratta del secondo anno consecutivo in cui si registrano dati in calo. La stessa Easo sottolinea però che, nonostante questa diminuzione, il 2017 ha registrato un livello leggermente più alto delle richieste presentate nel 2014. Questo indica che il flusso è stato “importante”.

Non è difficile capire il perché le richieste di asilo siano in calo. È Amnesty International a denunciare che a un anno dall’accordo Italia-Libia per fermare i migranti diretti in Europa, migliaia di persone restano intrappolate in campi di detenzione abusivi in Libia, dove la tortura è la norma.

“Un anno fa il governo italiano, sostenuto dalla controparte europea, ha fatto un accordo sospetto col governo libico che ha intrappolato migliaia di persone nella miseria, costringendole a sopportare torture, detenzione arbitraria, estorsione e condizioni impensabili nei centri del governo libico – denuncia Iverna McGowan, direttore dell’ufficio europeo dell’organizzazione per i diritti umani – L’Ue deve urgentemente occuparsi della dignità umana al centro della sua politica migratoria: le persone in tutto il mondo sono scioccate dalla situazione spaventosa dei rifugiati e dei migranti in Libia. Come risposta, i governi europei hanno cercato soluzioni rapide attraverso l’evacuazione senza garanzie che chi torna possa ricominciare la propria vita in sicurezza. Chiediamo ai leader europei di assicurare che quelle garanzie ci siano”.

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