Buco dell’ozono, ora supera le dimensioni dell’Antartide

I dati di Copernicus: “Nel 2021 è cresciuto nell’emisfero meridionale ed è ora più grande del 75% se comparato alla stessa fase della stagione del 1979”

Gli scienziati di Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) monitora da vicino lo sviluppo del buco dell’ozono sull’Antartide. In occasione della Giornata Internazionale per la Conservazione dello Strato di Ozono, lo scorso 16 settembre, CAMS ha fornito un primo aggiornamento sullo stato attuale del buco stratosferico che appare ogni anno durante la primavera australe, e sullo strato di ozono che protegge la Terra dagli agenti nocivi dei raggi solari.

Ogni anno, durante la stagione primaverile dell’Emisfero Meridionale che va da agosto a ottobre, il buco dell’ozono si forma sopra l’Antartide, raggiungendo la sua dimensione massima tra metà settembre e metà ottobre. Con la fine della stagione primaverile dell’Emisfero Meridionale, quando le temperature nella parte superiore della stratosfera cominciano a salire, l’impoverimento di ozono rallenta, il vortice polare si indebolisce e, infine, si rompe, portando i livelli di ozono alla normalità entro dicembre.

Vincent-Henri Peuch, Direttore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service, ha commentato: “Quest’anno, il buco dell’ozono si è sviluppato come previsto all’inizio della stagione. Seppur simile a quello dell’anno passato e di settembre, anch’esso privo di eccezionalità, quest’anno, più tardi nella stagione, il buco dell’ozono si è trasformato in uno dei buchi di ozono più duraturi mai registrati. Al momento, le nostre previsioni mostrano che il buco di quest’anno ha dimensioni ben maggiori rispetto alle dimensioni usuali. Il vortice è abbastanza stabile e le temperature stratosferiche sono ancora più basse rispetto all’anno passato. Stiamo assistendo a un buco dell’ozono piuttosto grande e potenzialmente anche profondo”.

Il monitoraggio operativo dello strato di ozono di CAMS utilizza la modellazione computerizzata in combinazione con le osservazioni satellitari usando modalità simili a quelle delle previsioni meteorologiche, al fine di fornire un quadro tridimensionale completo dello stato del buco dell’ozono. Per questa ragione, CAMS combina in modo efficace diverse informazioni a disposizione. Una parte dell’analisi consiste nell’osservazione della colonna totale di ozono proveniente dalle misurazioni effettuate sullo spettro solare, nella parte dove la luce ultravioletta è visibile. Queste osservazioni sono di altissima qualità, ma non sono disponibili per la regione dove avviene la notte polare. Nell’analisi, vengono inclusi diversi tipi di osservazione, che forniscono informazioni essenziali sulla struttura verticale dello strato di ozono, mentre le informazioni sulla struttura orizzontale sono limitate. Grazie al suo sofisticato modello numerico e combinando cinque diversi tipi di fonte, CAMS è in grado di restituire un quadro dettagliato sulla distribuzione dell’ozono, catturando il profilo della sua colonna e le relative dinamiche.

In seguito all’abolizione degli alocarburi, lo strato di ozono ha mostrato segni di recupero,
pur trattandosi di un processo lento. Sarà necessario attendere fino agli anni 2060 o 2070 per poter osservare una completa eliminazione delle sostanze dannose per l’ozono. È essenziale proseguire con il monitoraggio per assicurare che il protocollo di Montreal continui a essere applicato.

CAMS è implementato dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio per conto della Commissione Europea ed è finanziato dall’Unione europea.

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