Tra qualche giorno la Commissione Europea depositerà al Parlamento europeo l’Atto delegato sui biocarburanti e si saprà finalmente se l’olio di palma sarà ancora, con qualche sotterfugio, miscelabile con il diesel alle pompe di carburante.
“Speriamo in uno stop definitivo all’uso di biocarburanti che di sostenibile hanno ben poco per salvare, così, le foreste e la biodiversità in pericolo – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente, che insieme ad una dozzina di altre associazioni europee vigilano sul provvedimento – Chiediamo alla Commissione Europea un atto di coraggio e di responsabilità su un tema così importante e che i governi e le industrie si orientino al più presto verso una mobilità sempre più efficiente, sostenibile, elettrica, pubblica e condivisa. Speriamo che i biocarburanti veri come gli olii vegetali usati, l’etanolo da scarti lignocellulosici e il biometano da rifiuti, sostituiscano i carburanti fossili nelle poche categorie di mezzi a motore in cui l’elettrico non sarà competitivo come nei trasporti a lunga distanza”.
Da un lato più di 65.000 europei hanno preso parte alla consultazione pubblica invitando la Commissione a chiudere la porta all’olio di palma e alla soia nel diesel, dall’altra le compagnie “petrolifere” della palma. Da una parte la coalizione internazionale delle ong #notinmytank che promette una campagna per il veto se la società civile viene ignorata, dall’altra la minaccia di guerra commerciate annunciata da Indonesia e Malesia. Non è facile scegliere per la Commissione.
La tanto attesa Legge sull’uso delle colture alimentari che causa la deforestazione e i cambiamenti nell’uso del suolo nei biocarburanti, come l’olio di palma e la soia, è prevista per la pubblicazione entro la fine della settimana. Per quel che ne sappiamo, una spaccatura si è aperta all’interno della stessa Commissione, con alcuni commissari schierati con l’opinione pubblica e altri più attenti a salvaguardare gli scambi commerciali e delle relazioni diplomatiche.
Tra dicembre e gennaio ben 650.000 persone firmano una petizione popolare. Poi, durante la consultazione pubblica di quattro settimane (dall’8 febbraio all’8 marzo) oltre 65.000 cittadini comunitari hanno firmato la richiesta di eliminazione degli olii alimentari dai biocarburanti (olio di palma e di soia), superando i complicati meccanismi di registrazione on line del sito della Commissione e, tutti, hanno lanciato in messaggio ancora più chiaro: “Modificare la proposta oppure chiederemo ai parlamentari di respingerlo!”. Una soluzione pessima, che lascia agli stati nazionali il potere di impedire o meno la miscelazione nel biodiesel di olii vegetali dannosi per l’ambiente: il parlamento francese ha già votato per il no.