Bellezza, un patrimonio da tutelare

Immagine di Sant'Agata dei Goti

DI FILIPPO CANIZZO

La bellezza è un patrimonio del Paese e una fondamentale forma di espressione della sua identità e cultura da tutelare e promuovere”. Con queste parole si apriva l’articolo 1 della proposta di disegno di legge “Per la bellezza”, presentata da Legambiente nel gennaio 2013. Una proposta di legge che è stata adottata come testo base sul quale sono state poi redatte anche una proposta di legge regionale in Puglia e una proposta di legge Costituzionale. Negli ultimi anni, mentre ogni proposta di legge sulla bellezza è finita nell’oblio, si sono approfonditi fenomeni come il consumo di suolo, l’abusivismo edilizio, l’inquinamento dell’aria e dei mari, nel Bel Paese e non solo.

Per provare a uscire dal pragmatismo utilitaristico in cui sembrano immersi il nostro Paese e il mondo di oggi, può aiutarci una rinnovata attenzione alla bellezza. Infatti, quando non si impara a fermarsi ad ammirare la bellezza, si considera ogni cosa come un oggetto di uso e abuso personale. Invece, l’esperienza della bellezza sospende l’atteggiamento del possesso e genera l’attitudine al rispetto, all’ascolto. Il senso della bellezza ci parla di un altro mondo possibile e di una nuova visione umanistica del mondo, fondata su relazioni coevolutive uomo/uomo e uomo/natura.

Perciò, penso che occorra cominciare a ragionare di un altro sviluppo umano, da attuare attraverso una economia della bellezza ovvero una economia che cammini di pari passo con l’ecologia, al fine di conservare la qualità ambientale ed ecosistemica nel produrre, generare e ridistribuire la ricchezza. Nella ricerca di un nuovo paradigma economico ed ambientale non possiamo eludere la constatazione dei limiti della tradizionale organizzazione economica mostrati dalla recente crisi. Risparmio, riuso, recupero, riciclo, rigenerazione, rinnovabili: queste possono essere le fondamenta del futuro, per l’Italia e per il nostro pianeta.

È tempo di agire. È tempo di compiere scelte. È tempo di responsabilità. Non grandi opere ma piccola manutenzione ordinaria. Non grandi eventi ma occasioni culturali diffuse. Non grandi proclami ma piccoli esempi quotidiani. Non nuovo cemento ma cura del paesaggio. Non più divisioni ma senso di comunità. Non muri ma ponti e percorsi condivisi.

La bellezza rappresenta una speranza aperta nel cuore della nostra società, la speranza di un cambiamento all’insegna del benessere collettivo e degli individui, della valorizzazione della cultura e della creatività, del miglioramento della qualità della vita nelle grandi città e nei piccoli borghi. Per questo, oggi più che mai, è necessario rilanciare proposte di legge sulla bellezza, a livello nazionale e regionale, in cui venga posta al centro come un modello di sviluppo alternativo. Perché la bellezza potrà salvare il Belpaese solo se e quando noi, donne e uomini, ci impegneremo a salvare la bellezza.

  • Il testo pubblicato in questa pagina è un estratto del libro “Briciole di Bellezza. Dialoghi di speranza per il futuro del Bel Paese”, vincitore del premio “Per la Filosofia” 2018 e del premio internazionale “Scriptura” 2019. Il libro racconta un viaggio attraverso la fragilità della bellezza italiana, proponendosi di indicare una strada possibile da percorrere per dare una speranza di riscatto al Paese.

Articoli correlati

SEGUICI SUI SOCIAL

GLI ULTIMI ARTICOLI

Gli ultimi articoli