Lo sappiamo, ma ripeterlo non guasta: circa l’80% dei rifiuti marini proviene dalla terraferma e raggiunge il mare tramite i corsi d’acqua. Insomma, eliminare il litter (rifiuti galleggianti) dai fiumi è diventata una sfida fondamentale a livello globale per arginare un fenomeno dalle proporzioni impressionanti, anche nel Mediterraneo. Per cercare di tutelare i suoi preziosi habitat e i suoi ecosistemi, le due arterie fluviali di Roma, il Tevere e l’Aniene, sono state dotate di due speciali barriere per fermare i rifiuti prima che sfocino in mare. Sul Tevere la sperimentazione, avviata nell’ottobre 2019 in prossimità della foce nell’ambito delle azioni promosse per i Contratti di fiume, è stata realizzata dalla Regione Lazio con il Comune di Fiumicino e con la Capitaneria di Porto della Capitale. In sei mesi di sperimentazione, la barriera è riuscita a intercettare complessivamente 2.300 kg di rifiuti galleggianti, costituiti soprattutto da oggetti in plastica come giocattoli, caschi, seggiolini auto, cuscini, scarpe, borse, imballaggi in plastica e ben 14.460 bottiglie in pet. L’iniziativa, ispirata al sistema di raccolta già collaudato con successo sulla foce del Po, rientra nel programma “Lazio plastic free” per il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Alla luce dei risultati conseguiti, la sperimentazione è stata estesa anche al più importante affluente del Tevere e secondo corso d’acqua capitolino, l’Aniene, dove è stata installata una nuova barriera all’interno del Parco fluviale di Roma Natura. Uno stanziamento di oltre 215.000 euro coprirà la manutenzione di entrambe le strutture per un anno intero. I rifiuti plastici, intercettati e catturati dal sistema di reti, vengono rimossi periodicamente tramite specifiche imbarcazioni e inviati agli stabilimenti Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) per la differenziazione e lo smaltimento. «Un altro tassello importante per la riqualificazione del nostro mare e dei nostri parchi», sostiene Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. Per Cristina Avenali, responsabile per l’associazione dei Contratti di fiume, si tratta di «interventi importanti sul territorio per la riqualificazione ambientale dei bacini idrici, che hanno anche il merito di attivare processi virtuosi nell’ottica dell’economia circolare»