L’Appia Antica è stato un originale modello di collegamento viario capace di unire Roma e territori lontani. Più di 2300 anni dopo l’Appia Antica può diventare per la Capitale la via privilegiata di un’azione di trasformazione della città. Era l’idea di Antonio Cederna, il grande intellettuale italiano che più di altri s’è battuto per la salvezza di questa antica consolare: superare la vecchia concezione dei monumenti antichi chiusi nel recinto e proporre il patrimonio archeologico come principio regolatore dell’intero sistema urbano, in un inedito intreccio di archeologia e urbanistica. Un’ispirazione oggi ancora più attuale. Il grande triangolo di storia e paesaggio che dal Campidoglio si apre come un cuneo verde verso i Castelli, dopo più di un secolo di saccheggio edilizio dell’agro, è l’unica relazione rimasta tra città antica e campagna romana e l’ultima possibilità – come spiega Walter Tocci in un suo bel saggio – per una dignitosa forma urbis della Città metropolitana. Nello stesso tempo è il luogo di un traffico automobilistico inaccettabile, di un inaccettabile abusivismo edilizio, di attività inconciliabili con uno dei musei a cielo aperto più suggestivi del mondo.
Ecco, riappropriarsi della storia dell’Appia, liberarla dai mali che la soffocano, può essere il miglior viatico per l’affermazione di un’idea nuova di uso del territorio e dei beni comuni. E non solo a Roma e nell’agro romano. Ma giù, fino a Capua, a Benevento, Brindisi, Taranto, ai luoghi che la Regina Viarum ha unito e trasformato nell’antichità e che oggi hanno una pressante necessità di essere trasformati di nuovo, di trovare un nuovo raccordo capace di unire valori archeologici, paesaggistici, culturali e l’effervescente moltitudine di realtà formali e informali che si dedicano alla tutela di monumenti e natura e guardano all’antica consolare come porta d’accesso a un futuro più attento al territorio, al paesaggio, alla storia.
Proprio per mettere in rete i mondi dell’Appia il prossimo 5 maggio a Caserta, ospiti della Reggia, si terrà un forum organizzato tra gli altri da Legambiente, Coopculture e Touring club italiano che vuole provare a comporre un progetto contemporaneo di Appia Antica forte del contributo di tutti quelli che se ne occupano e se ne prendono cura: il parco archeologico, le università e la ricerca, le associazioni ambientaliste e quelle di tutela, i Comuni e le Regioni, le imprese del territorio.
Mentre la settimana successiva, il 13 maggio, si terrà la terza edizione di Appia Day, opera corale, collettiva e partecipata da tantissime realtà diverse, locali e nazionali, con lo stesso obiettivo: far tornare l’Appia Regina Viarum.