Diritti umani, quando la lotta è donna

Donne protestano per la tutela dei loro diritti

Il 10 dicembre, nel giorno del 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, Amnesty International ha presentato il rapporto ‘Rights Today’, pubblicato in Italia con il titolo ‘La situazione dei diritti umani nel mondo. Il 2018 e le prospettive per il 2019’. Lo studio riguarda sette regioni: Africa, Americhe, Asia orientale, Europa e Asia centrale, Medio Oriente e Africa del Nord, Asia meridionale e Asia sudorientale.

Il focus del rapporto di quest’anno è dedicato alle donne, e alle battaglie che loro stesse hanno portato avanti per rivendicare e difendere i loro diritti contro azioni oppressive e sessiste in tutto il mondo da leader che promuovendo politiche misogine, xenofobe e omofobe hanno messo in pericolo libertà e diritti conquistati tempo addietro.

“Nel 2018 abbiamo visto molto di questi autoproclamati leader ‘duri’ mettere a rischio il principio di uguaglianza, che è la base delle leggi sui diritti umani. Loro pensano che le loro politiche li rendano ‘tosti’ ma si tratta di poco più che tattiche da bulli che cercano di demonizzare e perseguitare comunità già marginalizzate e vulnerabili”, ha dichiarato Kumi Naidoo, segretario generale di Amnesty International. “È l’attivismo delle donne ad aver offerto quest’anno la più potente visione di come contrastare questi leader repressori”, ha aggiunto Naidoo.

Mentre i movimenti per i diritti delle donne sono un fatto consolidato, nel 2018 le attiviste hanno fatto i principali titoli delle notizie sui diritti umani. Gruppi come Ni una menos in America Latina hanno dato vita a movimenti di massa sui diritti delle donne di una dimensione mai vista in passato. In India e Sudafrica migliaia di donne sono scese in strada per protestare contro l’endemica violenza sessuale. In Arabia Saudita le attiviste hanno rischiato di finire in carcere per aver sfidato il divieto di guida, in Iran per aver protestato contro l’obbligo d’indossare il velo. In Argentina, Irlanda e Polonia manifestazioni partecipatissime hanno chiesto la fine delle opprimenti leggi sull’aborto. Negli Usa, in Europa e in parti dell’Asia in milioni hanno preso parte alla seconda manifestazione #MeToo per dire basta alla misoginia e alla violenza.

L’analisi di Amnesty International punta il dito su un crescente numero di politiche e legislazioni che intendono sottomettere e controllare le donne, soprattutto nella sfera dei diritti sessuali e riproduttivi: in Polonia e in Guatemala sono state fatte proposte per rendere ancora più rigide le leggi sull’aborto mentre negli Usa il taglio dei fondi ai centri per la pianificazione familiare hanno messo a rischio la salute di milioni di donne.

Nel 2018 le attiviste hanno rischiato la vita e la libertà per denunciare le ingiustizie: la palestinese Ahed Tamimi è finita in carcere ingiustamente per aver osato difendere la sua gente; le saudite Loujain al-Hathloul, Iman al-Nafjan e Aziza al-Yousef sono state imprigionate per la loro campagna in favore dei diritti delle donne; e in Brasile Marielle Franco è stata brutalmente assassinata per la sua indefessa lotta in favore dei diritti umani.

L’anno prossimo, il 40° anniversario della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne sarà un’occasione fondamentale che il mondo non potrà permettersi di trascurare. La Convenzione è stata adottata in modo ampio. Ma molti governi hanno posto la condizione di potersi svincolare dalle importanti disposizioni riguardanti la libertà delle donne, come ad esempio promuovere politiche nazionali per porre fine alla discriminazione nelle leggi e nella prassi e impegnarsi a eliminare la discriminazione nel campo matrimoniale e delle relazioni familiari.

Amnesty International sta sollecitando i governi ad agire per assicurare che i diritti delle donne siano rispettati, non solo attraverso l’osservanza delle disposizioni internazionali ma anche cambiando le leggi nazionali che li ostacolano e attuando politiche che diano potere alle donne e proteggano i loro diritti.

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