Alla scoperta delle Ciampate del Diavolo

 
Sette giorni per scoprire l’immenso patrimonio naturale italiano: è la Settimana del Pianeta Terra, il festival nazionale delle Geoscienze, che si svolge dal 15 al 22 ottobre per il quinto anno. La nostra penisola sarà animata, grazie ad oltre 600 ricercatori e divulgatori scientifici, da una serie di geoeventi in grado di avvicinare grandi e piccini ad un mondo normalmente poco conosciuto e frequentato.
Da Nord a Sud Italia saranno 204 gli eventi tra laboratori, convegni, visite guidate, incontri, distribuiti in 172 località: non si parlerà solo di scienza, ma anche di enogastronomia, storia, arte e cultura. Tra i geoeventi da non perdere quello che si svolgerà a Cassino e Tora e Piccilli e che porterà i visitatori indietro di 350.000 anni, sulle tracce dei primi italiani.

 

Le orme dei primi italiani
Nel Comune di Tora e Piccilli, in provincia di Caserta, alle pendici del vulcano spento di Roccamonfina, si trova infatti il Geosito delle Ciampate del Diavolo che contiene orme umane fossili del Pleistocene Medio tra le più antiche del mondo. “Si tratta di impronte non ubicate in maniera casuale, ma collocate in almeno due piste, che restituiscono, essendo localizzate su un pendio a clive, informazioni importanti sul comportamento e sulle scelte del percorso migliore da parte di questi ominidi antichissimi”, spiega Adolfo Panarello, dottore di ricerca dell’università di Cassino e del Lazio Meridionale e massimo esperto del sito.
Il nome Ciampate del Diavolo deriva dalla tradizione, che attribuiva le impronte ad un diavolo sfuggito all’eruzione del vicino vulcano, poiché solo in virtù del suo essere diabolico avrebbe potuto camminare sulla lava incandescente. “Le impronte erano conservate su una formazione di tufo e non di lava consolidata”, spiega Panarello. Se, infatti, la fossilizzazione di impronte umane non è possibile sulla lava, lo è certamente su un deposito caotico, litificatosi in un tempo più lungo, tale da consentirne il raffreddamento senza la totale perdita della necessaria plasticità, con particolari caratteristiche geochimiche e compatibile cronologicamente con la presenza umana.
Nello stesso sito sono inoltre fossilizzate altre parti anatomiche del corpo umano: un gluteo, una mano e altre parti degli arti inferiori: “Queste cose non sono note in nessuna altra parte del mondo all’aria aperta e in contesti non cultuali”, sottolinea Panarello. Per osservare le orme si passeggia su una passerella che permette di vedere da vicino anche quello che da pochi mesi è stato riconosciuto come il più antico sentiero preistorico al mondo percorso dall’uomo.
 
Convegno ed escursione

In occasione della Settimana del Pianeta Terra, il 20 ottobre si svolgerà un convegno scientifico coordinato dalla Prof.ssa Elena Garcea e dal Dr. Adolfo Panarello presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale per raccontare gli sviluppi degli studi sulle Ciampate del Diavolo e soprattutto per sottolineare l’imminente necessità di valorizzare l’area. “II geosito non è ancora adeguatamente tutelato e corre il rischio di perdere una parte significativa del suo potenziale paleontologico e turistico”, spiega Panarello. Il 21 ottobre sarà possibile invece visitare direttamente il sito paleontologico delle Ciampate del Diavolo con il Dr. Adolfo Panarello ed altri esperti che consentiranno di conoscere questo luogo in chiave sia scientifica che turistica.

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