‘Abbatti l’abuso’, presentato il dossier di Legambiente

attivisti di Legambiente contro gli abusi edilizi

Abbatti l’abuso. I numeri delle (mancate) demolizioni nei comuni italiani’.È questo il titolo del dossier presentato nella mattina di oggi, sabato 22 settembre, da Legambiente a Palermo insieme a una proposta normativa presentato in parlamento dall’associazione ambientalista. 

Alla presentazione hanno partecipato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Antonino Morabito, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, Rossella Muroni, deputata della Commissione ambiente della Camera dei deputati e prima firmataria di un progetto di legge per snellire l’iter degli abbattimenti, Pino Virga, sindaco di Altavilla Milicia, insignito del premio Ambiente e Legalità 2018, Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia.

L’indagine è stata realizzata dall’associazione ambientalista a partire dai dati forniti da 1.804 comuni italiani (il 22,6% del totale), con una analisi del fenomeno dal 2004, anno successivo all’ultimo condono edilizio, ad oggi. Il quadro complessivo che emerge conferma la sostanziale inerzia di fronte all’abusivismo e alle prescrizioni di legge rispetto alle procedure sanzionatorie e di ripristino della legalità. Il fatto che oltre 6mila i comuni non abbiano inoltre risposto all’indagine di Legambiente e che 84 abbiano, invece, negato le informazioni richieste, dimostra che purtroppo ancora oggi – in mancanza di un censimento nazionale del fenomeno e con dati in circolazione spesso carenti, contraddittori o palesemente sottostimati – siamo di fronte a informazioni gelosamente custodite.

Secondo il dossier, nonostante in Italia gli abbattimenti siano un obbligo previsto dalla legge, le demolizioni restano ferme al palo. Risultano infatti essere stati abbattuti solo 14.018 immobili rispetto ai 71.450 colpiti complessivamente da ordinanze di demolizione negli ultimi 15 anni, dunque appena il 19,6% delle case dichiarate abusive. Ciò significa che più dell’80% degli immobili che sarebbero dovuti andare giù negli ultimi quindici anni, sono ancora in piedi.  

Oltre alle poche demolizioni, Legambiente denuncia anche le mancate acquisizioni al patrimonio pubblico come prevedrebbe la legge (appena il 3,2% di questi immobili risulta infatti trascritto dai Comuni nei registri immobiliari) e l’avanzata di nuove forme di abusivismo, realizzate in difformità dai permessi o lontano dalle coste, dunque nell’entroterra, nei parchi e nelle aree agricole.

“È ora di chiudere questa pagina vergognosa della storia italiana che ha prodotto e alimentato illegalità e ha cambiato i connotati, devastandole, a intere aree del Paese – dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente -. Sappiamo bene di essere di fronte a un fenomeno complesso, immerso in un pantano burocratico che si è allargato a dismisura con i tre condoni edilizi, che hanno puntualmente rilanciato nuove stagioni di abusivismo, con la complice inerzia dei Comuni e con lo stallo prodotto dai ricorsi amministrativi mai giunti a sentenza. Proprio per questo è indispensabile mettere mano a questa materia, perché occorre riscattare interi territori e le loro comunità, riportando legalità, sicurezza, bellezza, economia sana e turismo. È questo il senso nella nostra proposta al Parlamento per accelerare il ripristino della legalità, per rendere più rapido ed efficace l’iter, affidando allo Stato e ai prefetti la competenza sulle demolizioni degli abusi edilizi, oggi in mano ai Comuni troppo spesso vittima del ricatto elettorale”.

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