A New York raccolta dell’umido “all’italiana”

foto New York

Aumentata a New York la raccolta dell’umido del 400% grazie al modello italiano: questo il risultato della sperimentazione di due mesi che si è svolta tra settembre e dicembre a New York nella zona residenziale Stuyvesant Town (StuyTown), uno dei più grandi plessi residenziali di Manhattan, durante la quale gli esperti italiani del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) hanno introdotto strumenti e informazioni in grado di coinvolgere i cittadini e incrementare la quantità e la qualità dei rifiuti organici raccolti.

I risultati sono stati presentati a New York, nell’ambito della settimana della consapevolezza del compost (Icaw) organizzata dai compostatori americani. Una sperimentazione nata dall’esigenza di coinvolgere maggiormente oltre 600 famiglie all’interno del complesso residenziale di 25.000 abitanti di Stuyvesant Town che fanno la raccolta dell’umido con un sistema che prevede un bidone dedicato e la raccolta porta a porta, sulla falsariga del modello italiano adottato con successo in molte città. “Tuttavia la partecipazione dei cittadini si era rivelata tiepida”, spiega Massimo Centemero, Direttore del CIC e vice presidente dell’Ecn (European compost network). Per questo Novamont, l’azienda italiana che produce la materia prima per i sacchetti compostabili utilizzati anche negli Stati Uniti, ha commissionato agli esperti del Cic uno studio che migliorasse la resa della raccolta.

“Secondo le nostre stime, prima della prova solo un 10-15% dell’organico prodotto nella zona oggetto interessata dallo studio veniva depositato correttamente dai cittadini nel bidone marrone. Con la sperimentazione abbiamo introdotto nuovi elementi come la fornitura agevolata di sacchetti compostabili ed un bidone di raccolta più prossimo alla propria abitazione: in questo modo l’intercettazione del rifiuto è aumentata di circa 4 volte arrivando a un 60-70% del potenziale, e mantenendo un livello di qualità molto alto degli scarti di cucina raccolti” spiega Michele Giavini, esperto del Cic che ha coordinato il progetto.  “Fruttuosa è stata anche la collaborazione con Eunomia e Biobag, che ha fornito i secchielli aerati e sacchetti compostabili in bioplastica mater-bi di Novamont per la prova, e con lo staff di StuyTown che ha monitorato costantemente il peso e la qualità del rifiuto organico raccolto durante le 8 settimane di sperimentazione”.

“Abbiamo visto come anche negli Stati Uniti il modello nato in Italia e basato su un sistema comodo ed efficace, a partire dalla cucina fino al punto di raccolta, è quello che permette la migliore partecipazione del cittadino”, sottolinea Massimo Centemero. Secondo l’ultima indagine di BioCycle* negli Stati Uniti la raccolta dell’organico è attiva solo in 320 Comuni, concentrati soprattutto in California, per circa 4-5 milioni di persone su un totale di 325 milioni, spesso con bassa partecipazione. In Italia, il Cic stima che siano più di 4.000 i Comuni per circa 40 milioni di persone con il servizio attivo e che raccolgono 4 milioni di tonnellate di organico che viene trasformato in compost, fertilizzante naturale, e biometano, carburante a zero emissioni. Una filiera che ha generato e genera tuttora, oltre alla riduzione dell’impatto ambientale, anche un numero considerevole di posti di lavoro.

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