In dieci anni, grazie a 401 barriere artificiali immerse in mare, le specie marine sono triplicate. Sono i risultati che la città di Marsiglia festeggia in questi giorni, a dieci anni appunto dall’installazione di barriere coralline per 30.000 metri cubi nei fondali della spiaggia del Prado: la più grande superficie artificiale del Mediterraneo e dell’Europa. Un’opera che ha permesso di contrastare la riduzione della biodiversità nell’area, in atto a causa dell’azione umana e all’elevata concentrazione di attività turistiche.
Tutto questo ha richiesto un impegno duraturo, costante e costoso. Dieci milioni di euro, per la precisione, suddivisi tra sei milioni destinati alla costruzione delle barriere e quattro per il costo del funzionamento e gli studi scientifici per il monitoraggio del progetto. Un impegno che ha prodotto una triplicazione delle specie marine presenti e un arresto del calo di biodiversità. Il sindaco di Marsiglia, Jean-Claude Gaudin, è fiero del risultato: “Abbiamo ripopolato l’ambiente marino, le specie sono tre volte più numerose e la biodiversità continua a crescere. Questo ci ha permesso di diventare un riferimento per i gestori e gli sviluppatori di progetti di barriere coralline artificiali”. L’opera è talmente monumentale, sostiene il sindaco, da costituire il “112esimo quartiere di Marsiglia”.
L’operazione è stata accuratamente studiata, installando i banchi artificiali in varie forme per permettere l’adattamento dei diversi tipi di fauna marina. In questo modo si crea un ecosistema favorevole anche per le zone circostanti, che beneficiano della ricchezza della fauna di questa spiaggia, situata fra il Parco nazionale delle insenature e il Parco marino della costa blu. Le ricadute sono importanti, sia sul piano sociale che su quello economico, per la presenza di specie di interesse per la pesca locale, anche se per ora in questo tratto di costa è vietata. Un vero e proprio tesoro, situato a 25 metri di profondità e custodito tra la Corniche, il lungomare di Marsiglia, e l’arcipelago del Frioul, suddiviso in sei “villaggi”. Come una città sommersa che torna a vivere dopo lungo tempo.