Taranto, crollo dell’acquedotto del Triglio

Taranto, crollo dell'acquedotto del Triglio

Un tratto dell’acquedotto del Triglio, sulla strada provinciale Taranto-Statte, è crollato probabilmente a causa del maltempo di questi giorni e i detriti hanno invaso la carreggiata. Non si registrano feriti. A cedere è stata una delle parti emerse della struttura, che è lunga circa otto chilometri, tra gallerie sotterrane e archi a tutto sesto. Il crollo ha interessato la parte centrale, in corrispondenza dello stabilimento Ilva. Sul posto sono intervenuti subito vigili del fuoco e pattuglie di carabinieri. La strada è transitabile su una corsia, ma la circolazione ha subito forti rallentamenti. Una parte della struttura negli anni scorsi era stata restaurata.

“Fare presto. L’opera è in pericolo”. Lo sottolinea il sindaco di Statte Franco Andrioli riferendosi al crollo di una parte della struttura emersa dell’Acquedotto del Triglio, che attraversa i comuni di Taranto, Statte e Crispiano. “Tra il 2007 e il 2008 – ricorda il primo cittadino – circa 500mila euro vennero spesi per il recupero di una parte dell’acquedotto ipogeo. Allora intercettammo delle risorse regionali e riuscimmo a ripulire un lungo tratto dei cunicoli costruiti in periodo romano. Anche grazie al lavoro di associazioni come il Gruppo Speleo Statte – chiarisce Andrioli – siamo riusciti a rendere realtà attrattiva di rilievo adatta ad esplorazioni e visite guidate”. Gli archi medievali dell’antico Acquedotto del Triglio “fanno parte del nostro paesaggio – osserva il sindaco di Statte – e della nostra storia, anche se la competenza territoriale è del Comune di Taranto. Ho verificato che la viabilità da e verso Statte fosse garantita, ma c’è indubbiamente un pericolo imminente per tutta l’opera, sia quella emersa e più recente che va verso il quartiere Tamburi, sia per quella più antica, di epoca romana, che attraversa il territorio per circa 18 chilometri sotterranei, e poi riemerge, nella zona ‘Incassata’ quasi al confine tra la Gravina del Triglie e quella di Leucaspide”. Il Gruppo Speleo “monitora costantemente – conclude Andrioli – lo stato di salute di questo importante manufatto storico, ma è chiaro che occorre far presto e agire prima che la pioggia e l’incuria del tempo possa cancellare tutto in pochi secondi”.

 

Aggiornato il 6 novembre alle 14:40
Pubblicato il 6 novembre 2018 alle 14:34

 

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