Referendum, lettera al Pd sulle trivelle e non solo

Ecco il testo della lettera che il Comitato per il Sì al referendum  voleva  consegnare a Matteo Renzi ieri. Dopo un lungo sit-in in piazza (vedi foto), a una delagazione  è stato concesso di salire nella sede del Pd, dov’era in corso la direzione nazionale. La lettera è stata consegnata alla deputata Chiara Braga. Vediamo se arriverà la risposta

Al Segretario nazionale del PD
Matteo Renzi
e p.c. alla Direzione nazionale PD
Egregio Segretario del PD,
il Referendum popolare sulle trivelle del 17 Aprile è alle porte. I cittadini e le cittadine italiane potranno scegliere, votando SI, di eliminare la norma introdotta di recente nell’ultima Legge di Stabilità. Una norma che permette alle compagnie del petrolio e del gas di godere di concessioni della durata illimitata entro le 12 miglia marine.

Il suo invito al popolo italiano di disertare le urne ci sconcerta, fatto ancor più grave considerato che lei ricopre la doppia veste di Capo del Governo e di Segretario del maggiore partito italiano. Far fallire la consultazione popolare è un obiettivo che Lei sembra stia perseguendo con ostinazione.
Le scriviamo per chiederLe di rendersi disponibile per un confronto pubblico con noi sostenitori delle ragioni del SI. Crediamo che il popolo italiano meriti un confronto leale e trasparente.

L’utilità dell’andare al voto sul quesito referendario del 17 aprile è stata stabilita prima dall’Ufficio Centrale per i referendum della Corte di Cassazione e poi dalla Corte Costituzionale, con Sentenza 17/2016. Entrambi hanno ritenuto l’emendamento governativo, approvato dal Parlamento, sulla durata di vita utile del giacimento, una elusione di fatto, ex lege, del termine naturale delle concessioni, stabilite dalle regole comunitarie. Dunque, il referendum è utile e giusto. Lo hanno deciso le Istituzioni poste a garanzia della nostra Carta Costituzionale.

Poi c’è il merito. Noi siamo convinti che Lei, il suo Governo ed il suo Partito abbiano piena consapevolezza dell’assoluta rilevanza delle tematiche ambientali e della necessità, in particolare dopo l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici (sottoscritto da 195 Paesi tra cui l’Italia) di procedere speditamente verso la decarbonizzazione dell’economia. Dobbiamo impegnarci nel concreto per abbattere le emissioni di gas serra e perseguire con tenacia l’obiettivo concordato di limitare l’incremento della temperatura media globale a 1,5 gradi centigradi.
Il referendum vuole essere un segnale anche e soprattutto in tal senso, di fronte all’assenza di strumenti o piani innovativi governativi in favore dell’efficienza e del risparmio energetici e delle fonti rinnovabili.

Possiamo ancora permetterci di sottovalutare queste tematiche, così fondamentali per il vero sviluppo economico, sociale, occupazionale nonché per la salvaguardia ambientale? Possiamo forse liquidarle con un’astensione?

Nel gennaio 2015 Lei aveva lanciato l’idea di un Green Act, una grande innovazione normativa in materia ambientale che trattasse di energia, clima, sostenibilità, biodiversità, del quale tuttavia stiamo ancora attendendo di conoscere i contenuti.

Accetti la sfida che Le lanciamo. Le due ultime settimane di campagna referendaria utilizziamole per dibattere, coinvolgendo i cittadini, sulle scelte strategiche energetiche, industriali e ambientali, con relativi investimenti, che il nostro paese deve operare per affrontare la grande sfida del nostro tempo: combattere i cambiamenti climatici.

Noi siamo pronti, ci faccia sapere giorno, ora e luogo del confronto. Nel frattempo, affermi pubblicamente e solennemente che andare al voto il 17 aprile è importante per la democrazia del nostro paese. Non si astenga dal futuro, signor Segretario. Dica SI.

Roma, 4 Aprile 2016

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