Pfas, la procura di Vicenza chiude il fascicolo Miteni: 13 indagati

immagine aerea della scritta "No Pfas" fatta grazie a un flashmob

La procura della Repubblica di Vicenza ha concluso le indagini preliminari relative all’inquinamento da sostanze Pfas causato dalla Miteni di Trissino (Vicenza). Il procuratore capo, Antonino Cappelleri, ha annunciato il deposito degli atti a favore delle difese per 13 indagati.

L’inchiesta riguarda l’inquinamento delle falde acquifere relativa alla dispersione di sostanze perfluoroalchiliche. Diversa e più recente è l’indagine relativa all’inquinamento da altre sostanze trattate dalla Miteni, le “Gen X”, ancora in corso.

La chiusura del fascicolo avviene dopo due anni di perizie, indagini, ricerche e approfondimenti da parte della procura sulla contaminazione delle acque da Pfas. Tra i 13 indagati, ci sono quattro manager giapponesi di Mitsubishi, quattro di Icig, la multinazionale subentrata a quella nipponica, e cinque direttamente collegati a Miteni. Per tutti il sospetto è che, almeno fino al 23 luglio 2013, abbiano saputo del rischio di inquinamento ma senza far nulla per evitarlo.

“Questa è la nostra impostazione – ha commentato il procuratore Cappelleri – e infatti viene contestato il reato nella sua forma dolosa”. I reati sono quelli di avvelenamento delle acque e di disastro innominato, non si arriva a contestare il disastro ambientale perché quella previsione normativa è stata introdotta solo nel 2015, dopo il limite del 2013, quando Miteni si autodenunciò, iniziando a cooperare per la bonifica. E infatti il 23 luglio 2013 è anche l’orizzonte temporale nel quale i reati di contaminazione da pfas e pfoa si ritengono terminati, pur essendo iniziati negli anni ’60.

“La consapevolezza in capo agli indagati – ha spiegato Cappelleri – deriva dalle indagini e dalle consulenze, ma trova una spia soprattutto nel passaggio di mano da Mitsubishi a Icig, una compravendita che mostra un accordo davvero singolare”. Miteni, valutata circa 15 milioni di euro, passò di mano al prezzo simbolico di un solo euro.

L’indagine ha puntato su questo aspetto, che dimostrerebbe la consapevolezza di un problema molto grave da risolvere sul piano ambientale. Nel corso dell’inchiesta, i magistrati vicentini hanno svolto anche una perquisizione nello studio milanese che curò le stime e il passaggio da una multinazionale all’altra.

Dagli ambienti giudiziari si apprende che per gli sversamenti più recenti un secondo fascicolo è ancora aperto. “Voglio precisare che un secondo filone di indagine, quello relativo alle contaminazioni da GenX e altre sostanze, è ancora in fase di indagine preliminare e potrebbe essere riunito al primo solo in dibattimento – ha sottolineato il procuratore – In questo secondo caso, peraltro, si procede con ipotesi di reato colpose, dal momento che sembra che l’inquinamento sia derivato da perdite accidentali. Certo suscita non poche perplessità il fatto che Miteni, già al centro di una così clamorosa indagine, sia stata autorizzata a trattare quel tipo di prodotti. Questo è un filone di indagine che riguarda eventualmente altre procure”.

Articoli correlati

SEGUICI SUI SOCIAL

GLI ULTIMI ARTICOLI

Gli ultimi articoli