La strada per il benessere

Cyclehoop a Londra

di TINO COLACILLO

Andare in bici fa bene alla salute, decongestiona i mezzi pubblici, riduce il traffico e migliora la qualità dell’aria. Quella che a prima vista può sembrare un’ovvietà è invece il cuore del Cycling action plan di Londra presentato lo scorso 17 dicembre dal sindaco Sadiq Khan e da Trasport for London (TfL), l’azienda che gestisce i trasporti in città. L’idea è ambiziosa: fare di Londra la migliore città al mondo per i ciclisti. Le statistiche di TfL dicono che la capitale britannica è migliorata molto negli ultimi anni: dal 2000 al 2017 il numero dei viaggi giornalieri in bicicletta è quasi raddoppiato. Per il governo cittadino, tuttavia, questi dati non bastano. «Aumentare il numero dei londinesi che vanno in bicicletta è essenziale per la salute e la prosperità futura della nostra città» ha detto il sindaco. Entro il 2024 l’amministrazione londinese vuole triplicare il numero delle piste ciclabili, raddoppiare il numero dei viaggi giornalieri in bicicletta (da 700.000 a 1,3 milioni). Per il 2041, inoltre, l’80% degli spostamenti dovrà essere su trasporto pubblico, in bici o a piedi. «I fatti parlano chiaro – ha precisato Khan – dove abbiamo realizzato piste ciclabili di alta qualità queste hanno attratto nuovi ciclisti. Nonostante questo, troppi londinesi non hanno ancora piste ciclabili di alta qualità nei loro quartieri». Ed è proprio la qualità la novità del piano. Quella immaginata, infatti, è una trasformazione urbana qualitativa e non solo quantitativa. Il Cycling action plan si basa sull’approccio Healthy streets (strade salutari) sul quale nei prossimi cinque anni saranno investiti 2,6 milioni di euro. L’obiettivo è favorire la mobilità attiva per combattere sedentarietà, malattie cardiovascolari, diabete e depressione oltre ad asma e bronchite cronica. Le stime, secondo TfL, dicono che se ogni londinese camminasse o pedalasse per 20 minuti al giorno il sistema sanitario risparmierebbe circa 2 milioni di euro nei prossimi 25 anni. La fondazione Sustrans, impegnata nella promozione della mobilità sostenibile, ha apprezzato molto questo aspetto. «Il piano è un’ottima notizia per i londinesi che soffrono a causa della cattiva qualità dell’aria, del traffico e dei problemi causati dalla sedentarietà» ha dichiarato Matt Winfield, direttore della fondazione. L’altro elemento cardine è la sicurezza visto che il 46% dei londinesi non usa la bici per la paura di incidenti. Il piano stabilisce diversi criteri che le nuove piste ciclabili dovranno rispettare per essere finanziate: volume e velocità del traffico, numero di veicoli commerciali e pesanti e rischio di collisione negli svincoli. «L’introduzione di criteri di qualità – ha detto Ashok Sinha, ceo di London cycling campaign (Lcc), associazione cui aderiscono 11mila ciclisti – è una vittoria molto importante. Lcc si è impegnata a lungo affinché siano finanziate solo le piste ciclabili che garantiscono stantard internazionali di qualità e sicurezza». I tempi di attuazione del piano e il rispetto dei criteri di qualità restano per Sustrans e Lcc punti critici sui quali servono attenzione e sforzi enormi da parte di tutti i soggetti interessati. Risorse, programmazione e tempi certi sono dunque fondamentali affinché la rivoluzione su due ruote di Sadiq Khan diventi realtà. E tutto, dai cambiamenti climatici alla salute, ci dice che quello verso la mobilità sostenibile, attiva e integrata è un viaggio non più rinviabile. Londra è già partita. In bicicletta.l

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