La riserva che non c’è

immagine panoramica di Maratea

di TOMMASO TALERICO

Corre lungo il Tirreno solo per trenta chilometri, ma fa in tempo a trasformarlo in paradiso”. Con queste parole lo scrittore e giornalista di Repubblica Michele Serra, nel libro Tutti al mare, descrive la costa di Maratea. Imponenti costoni rocciosi che si gettano a picco sull’acqua, proteggono ed esaltano un paesaggio marino unico al mondo. All’interno del golfo di Policastro, la costa presenta particolarità geologiche ed ecosistemiche straordinarie. La ristrettezza dello spazio marino, rispetto alla parte emersa, ha dato vita a una breve piattaforma continentale che raggiunge i 200 metri di profondità a meno di un miglio dalla costa. In questo spazio limitato si condensa un habitat marino ricco di biodiversità. Le numerose sorgenti di acqua dolce sfociano in mare, creando un gradiente di salinità e temperatura che forma un microclima indispensabile alla biocenosi esistente. Qui vive una delle piante acquatiche più importanti del Mediterraneo, la posidonia oceanica, specie protetta e inserita nella lista rossa Iucn. Simili a delle praterie marine, i matte o posidonieti, consolidano il fondale sottocosta e agiscono da barriera, attenuando la le correnti, prevenendo l’erosione costiera. Non solo: ospitano centinaia di specie animali e sono importanti nella produzione di ossigeno. «Un ecosistema così complesso e delicato non può essere gestito e preservato senza gli strumenti legislativi, economici e di personale propri delle aree protette nazionali», sostiene il sindaco della cittadina lucana, Domenico Cipolla, ribadendo l’urgenza di fare della costa marateota la prima riserva marina protetta della Basilicata, come previsto dalla legge. Una visione che si scontra purtroppo con le scarse risorse economiche del governo destinate alla formazione di nuove aree marine protette: sono soltanto 27 quelle istituite finora rispetto alle 48 previste dalla legge 394/91. La manovra economica approvata in Parlamento a fine dicembre ha reso disponibili le risorse per l’istituzione di due aree marine protette: Capo d’Otranto e Capo Spartivento. Una buona notizia che ha però il sapore della beffa per Maratea, che vede allontanarsi l’agognato traguardo. Giuseppe Ricciardi, presidente del circolo di Legambiente Maratea, ripercorrendo le tappe di questo percorso, riassume così: «La scelta ricaduta su altre aree fa emergere la debole volontà politica e istituzionale della classe dirigente lucana. I cittadini di Maratea, tutti i principali fruitori economici del nostro mare, pur non senza ostacoli e travagli interiori, hanno raggiunto la consapevolezza che la mancata applicazione di vincoli ambientali non può consentire una gestione efficace e di valorizzazione delle risorse naturali. Per questo rivendichiamo il coinvolgimento dei nostri rappresentanti in Parlamento e in Regione». Con l’istituzione della sua unica area marina protetta, la Basilicata potrebbe ampliare la salvaguardia del patrimonio ambientale e l’offerta turistica regionale, con notevoli possibilità di sviluppo economico.

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