Il coraggio di padre Flores

Padre Flores denuncia in Chiapas lo sfruttamento delle miniere messicane

di NICOLA NICOLETTI

Comunicatori e difensori dei diritti umani in Messico vivono in pericolo costante. Lo denuncia il centro Fra’ Bartolomè de Las Casas, associazione messicana attenta alla violazione dei diritti umani in Chiapas e alla difesa del territorio. Assassini, minacce, ma anche denigrazione del lavoro in difesa della natura, sono in costante aumento in tutto il Paese, specialmente nelle zone più povere.

Padre Eleazar Juarez Flores, sacerdote della parrocchia di San Pietro e Paolo a Chicomuselo, in Chiapas, il 29 settembre 2018, mentre si era fermato a fare benzina, è stato minacciato di morte da parte del presidente del commissariato cittadino, una sorta di sindaco autoeletto dal popolo: «Ti stai guadagnando le pallottole», gli ha gridato, seguendolo fino alla canonica.

Siamo nell’area sud del Messico, “povera” ai confini con il Guatemala, terra a prevalente presenza indigena, e in cui padre Eleazar è la voce dei senza voce. Il suo impegno principale in questi anni è stato rivolto alla diminuzione della violenza, spesso causata dall’alcolismo di giovani e adulti, nei weekend o nelle feste, come testimonia la morte di Virgilia Villatoro Pérez, vittima di un femminicidio ancora impunito. L’impegno della Chiesa, che non è rimasta ferma di fronte alle violazioni commesse sulle persone più deboli e allo sconsiderato sfruttamento delle risorse naturali, ha infastidito i governanti locali, abituati a non subire neppure un controllo.

Nel 2010 il sacerdote si era impegnato in una campagna informativa contro l’eccessiva e incontrollata estrazione mineraria in quest’area del Chiapas, ricevendo minacce di morte nella terra dove, nove mesi prima era stato ucciso Mariano Abarca Roblero, un difensore dell’ambiente che si batteva contro la miniera canadese Blackfire. Roblero partecipava alla rete dei popoli danneggiati dalle miniere e la sua “colpa” è stata quella di protestare contro una devastante estrazione di oro e antimonio a Chicomuselo.

Proprio le attività incontrollate delle cave rappresentano una grave minaccia per le colture dei popoli indigeni. A causa dell’inquinamento delle falde acquifere, indios e contadini possono rimanere privi dell’intero raccolto di mais o fagioli, perdendo così le loro uniche fonti di alimentazione e di reddito. Ora il Centro Fray Bartolomé de Las Casas, preoccupato per le minacce ricevute da padre Flores, sollecita lo stato messicano a proteggere la vita di questo cittadino e chiede alla stampa di vigilare sui fatti di Chicomuselo.

Un appello che s’inserisce nel solco di quanto affermato con chiarezza dalla Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh): per proteggere chi si batte per cause sociali è importante aprire serie indagini e punire i responsabili di violenze e minacce. L’impunità, infatti, alimenta questo fenomeno in maniera esponenziale in Messico, dove nel 2017 sono stati uccisi 15 difensori del territorio.

Articoli correlati

SEGUICI SUI SOCIAL

GLI ULTIMI ARTICOLI

Gli ultimi articoli